Letta “Le Autonomie speciali rimangono un valore essenziale”

Così il Premier è intervenuto al Forum Italo - Francese dal titolo “Dalle riforme, la rinascita”, in occasione del 70° anniversario dalla firma della dichiarazione di Chivasso del 1943, che si sta svolgendo a Cogne.
Il Premier Enrico Letta in videomessaggio
Politica

“Le Autonomie speciali, per noi, rimangono un valore essenziale”. Parola del premier Enrico Letta intervenuto con un videomessaggio a Cogne in occasione del Forum Italo – Francese dal titolo “Dalle riforme, la rinascita”, in occasione del 70° anniversario dalla firma della dichiarazione di Chivasso del 1943. La sua è stata una delle diverse voci che si sono alternate nel corso dell’incontro che ha visto anche la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha inviato una lettera, del Ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, presente all’incontro e di tante altre autorità. Al centro dell’incontro proprio le riforme costituzionali e anche il futuro e ruolo della Autonomie locali. Su questo fronte i ragionamenti spesi sono stati molti e per certi versi anche positivi. “È importante ricordare il valore ancora attuale della Carta come strumento di indirizzo e stimolo in direzione di una Europa di pace e di progresso – ha scritto nel suo messaggio Giorgio Napolitano, aggiungendo – Alla luce della scelta europea, sviluppatasi nei decenni successivi, è ora possibile e necessario affrontare il compito di un sapiente rinnovamento del nostro ordinamento costituzionale”.

L’incontro organizzato dalla Presidenza della Regione autonoma Valle d’Aosta, dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta e da Fondation Grand Paradis, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è partito dunque dall’importanza della Dichiarazione dei Rappresentanti delle Popolazioni Alpine, quale stimolo per una Europa di pace e di progresso.“Le Autonomie speciali, per noi, rimangono un valore essenziale” ha dunque evidenziato Letta nel suo discorso, che ha sfoggiato anche un po’ di lingua francese. “Oggi noi abbiamo istituzioni che non funzionano per tanti motivi sia legati alla Carta Costituzionale, il bicameralismo paritario va modificato, sia ad aspetti paralleli. Il numero di parlamentari va ridotto, è assolutamente eccessivo. Questo è un motivo in più per cambiare la Costituzione". "Abbiamo tolto la paura a tanti che temevano stravolgimenti della nostra Carta Costituzionale – ha proseguito – il problema non sono i principi ma il funzionamento delle istituzioni: c’è confusione, per esempio, nel rapporto tra il centro e le periferie". Ai buoni propositi devono far seguito i fatti e questi han bisogno di tempo. Letta, sul fronte delle riforme costituzionali ha parlato di 18 mesi necessari, il Ministro Gaetano Quagliariello ha confermato che “senza riforme non si va da nessuna parte” aggiungendo che l’auspicio è anche quello che il Parlamento riesca a fare la legge elettoriale prima della riforma costituzionale. “Certo che da sola non può risolvere tutto e pensarlo è un errore”, ha aggiunto. 

“Quanto sono ancora attuali i contenuti della Carta di Chivasso oggi?” La domanda è stata posta ad inizio lavori dal presidente della Regione Augusto Rollandin che ha poi evidenziato “Sotto il profilo politico, la lettura va fatta in termini di prospettiva evolutiva. Quando leggiamo che i sei rappresentanti delle popolazioni alpine denunciano l’oppressione politica, la rovina economica, la distruzione della cultura locale, non ci riconosciamo, forse, in una problematica che può, in qualche modo, risultare ancora attuale? Peraltro, sotto il profilo politico-amministrativo, sono da sottolineare il permanere di un atteggiamento centralistico più o meno cosciente e l’invasività di un burocratismo fine a se stesso, che si traducono tra l’altro in frequenti conflitti di competenza”. E riallacciandosi al tema delle riforme ha dunque chiuso il discorso parlando di Alpi come laboratorio politico e cerniera secolare, “messaggio della Dichiarazione di Chivasso. Un messaggio “positivo” di pace, di democrazia e di sviluppo, nel rispetto delle identità che compongono il mosaico del nostro continente e dei nostri Stati. Un messaggio al quale guardiamo con fiducia e come parti attive e vivaci, anche per le riforme costituzionali che si annunciano”.

A partecipare ai lavori della giornata sono stati poi il Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta Emily Rini, il Rettore dell’Università della Valle d’Aosta Fabrizio Cassella, lo storico e membro dell’Académie Saint-Anselme Joseph-César Perrin e il Professor Stelio Mangiameli, professore ordinario di diritto costituzionale della Facoltà di Giurisprudenza degli Studi di Teramo. Non sono mancati inoltre, nella platea di interventi e relatori, il Direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli che ha moderato il tema relativo alle Autonomie speciali delle regioni alpine italiane e sulla strategia macroregionale delle Alpi. Oltre ai relatori Cesare Dujany, Presidente dell’Istituto Storico per la Resistenza, Valerio Onida, Presidente emerito della corte costituzionale, Paolo Panontin, Assessore alla funzione pubblica, autonomie locali, coordinamento delle riforme, delegato alla protezione civile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta Augusto Rollandin, sono intervenuti alla discussione i componenti della Commissione per le Riforme costituzionali, Vincenzo Lippolis, Cesare Pinelli e il deputato valdostano Rudi Marguerettaz.

A conclusione della giornata il Professor Valerio Onida ha dichiarato: “Si è discusso del tema della specialità e della permanenza delle sue ragioni, ma in un quadro più ampio: il recupero di un’idea forte dell’autonomismo come modo di essere dello Stato democratico, secondo l’articolo 5 della Costituzione”. Oggi, sabato 12 ottobre, i lavori proseguiranno con un confronto tra il progetto elaborato dalla Commissione per le Riforme costituzionali e le riforme adottate dalla Francia.

Il Messagio del Premier Enrico Letta
 

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