Roma, 17 dic. (Adnkronos/Ign) – Nuovo record per le sofferenze delle banche italiane. A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, segnala il bollettino mensile dell’Abi: le sofferenze nette sono risultate a ottobre 2013 pari a 77,4 mld, le lorde 147,3 mld; il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è del 4,18% a ottobre (4,03% a settembre 2013; 3,15% a ottobre 2012; 0,86%, prima dell’inizio della crisi).
Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 7,7% a ottobre 2013 (6,1% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 13,4% per i piccoli operatori economici (11,2% a ottobre 2012; 7,1% a fine 2007), il 12,3% per le imprese (9,2% un anno prima: 3,6% a fine 2007) e il 6,3% per le famiglie consumatrici (5,4% a ottobre 2012; 2,9% a fine 2007).
Accelera inoltre il calo dei prestiti alle imprese e alle famiglie. Secondo l’Abi, è in flessione la dinamica dei finanziamenti: -4% la variazione annua a novembre 2013, -3,7% a ottobre 2013, pur rimanendo invariato l’ammontare in valore assoluto tra ottobre e novembre 2013.
L’andamento risente del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e Investimenti). Tale andamento è confermato anche dai recenti dati pubblicati dall’Istat e relativi al terzo trimestre del 2013. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, a oggi, evidenzia l’Abi, i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.851 mld, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.426 mld.
A novembre 2013, comunque, l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.851 mld, è nettamente superiore all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.736 mld.
Ancora giù i tassi sui prestiti. A novembre 2013 i tassi di interesse si sono assestati in Italia su livelli storicamente bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,48% (dal 3,51% di ottobre 2013; 5,48% a fine 2007), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni al 3,57% (dal 3,59% del mese precedente; 5,72% a fine 2007), il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,80% (2 centesimi al di sotto del mese precedente; 6,18% a fine 2007).
Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a novembre 2013 è risultato pari a 189 punti base (191 punti base anche a ottobre 2013), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti a fine 2007).
Mentre cresce la raccolta delle banche. Anche se diminuisce fortemente, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni (a novembre -9,3%, segnando una diminuzione su base mensile in valore assoluto di circa 1,1 miliardi di euro).
L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra un incremento di 2,7 mld di euro rispetto al mese precedente, manifestando a novembre 2013 una variazione su base annua di +0,7% (+0,2% a ottobre 2013).
A novembre i depositi aumentano di 3,8 mld di euro rispetto a ottobre (su base annua, +5,7% a novembre contro +5,1% di ottobre 2013). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, a oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.736 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di 223 miliardi.
"Il calo della raccolta delle obbligazioni è molto preoccupante – commenta il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli – Questo significa che la fiducia della gente nell’avvenire è limitata. Le obbligazioni sono uno strumento per la raccolta, senza il quale è impossibile fare mutui a 10, 15 e 20 anni. Dobbiamo reinnestare un percorso di fiducia’.