Silvio Berlusconi è stato condannato a due anni di interdizione dai giudici della Corte di Appello di Milano chiamati a rimodulare la pena accessoria relativa all’inchiesta sui diritti tv.
Il collegio presieduto da Arturo Soprano ha accolto la richiesta del procuratore generale e ha condannato l’ex premier a due anni di interdizione dai pubblici uffici.
Un ricalcolo su indicazione della Cassazione che, l’1 agosto scorso, ha chiesto ai giudici d’Appello di modificare al ribasso i 5 anni di esclusione dai pubblici uffici inflitti all’ex premier in primo e secondo grado nell’inchiesta sui cosiddetti diritti tv.
Il procuratore generale Laura Bertolè Viale aveva appunto chiesto l’interdizione per due anni, una decisione frutto di un calcolo matematico, vista la condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale. "Tenendo conto che la pena principale è pari a due terzi della pena massima, ritengo che lo stesso calcolo debba essere applicato alla pena accessoria", ha detto nel suo breve intervento.
La richiesta della difesa di ridurre a un anno la pena accessoria è stata dunque respinta. Dopo il deposito delle motivazioni, atteso entro 15 giorni, Berlusconi potrà ricorrere in Cassazione contro il verdetto.