Un fatto gravissimo, inaudito, senza precedenti. Sono queste le valutazioni espresse dal Presidente della Giunta Regionale Augusto Rollandin presentando il ricorso che due proprietari di due abitazioni private – seconde case, per la precisione – hanno presentato al Tar del Lazio per ottenere l’annullamento dell’ordinanza che nominava l’Ingegnere Raffaele Rocco Coordinatore del Dipartimento Programmazione per mitigare gli effetti sul territorio della frana del Mont de La Saxe.
Oggetto del contendere: il ‘vallo di protezione’ che sarebbe, nelle parole dei ricorrenti, eccessivamente alto e che priverebbe le due abitazioni di luce e di aria.
“È un fatto di una gravità assoluta – spiega Rollandin – e la Regione si costituirà in giudizio per contestare il ricorso. Ci siamo fatti carico sin da subito di una problematica di estremo rilievo per la salvaguardia del territorio e per l’incolumità dei cittadini, garantendo massima partecipazione del Comune di Courmayeur e dei proprietari delle abitazioni, nella piena trasparenza”.
Il ricorso di fatto accusa l’Amministrazione di aver condotto perizie lacunose e di aver sopravvalutato la portata della frana, avendo commesso in seguito un abuso di potere dichiarando lo stato di emergenza per poter così, di fatto, intervenire in maniera immediata con la costruzione del vallo.
“È una cosa che fa male a chi lavora – afferma l’Assessore Regionale alle Opere Pubbliche Marco Viérin – a chi crede e cerca di dare risposte ai cittadini. Il vallo costruito lascia, nella parte più vicina alle abitazioni, 8 metri di distanza da queste, proprio per salvaguardarle. Fa male perché abbiamo sempre coinvolto tutti, con incontri continui coi cittadini, interpellando i migliori tecnici, facendo perizie continue in totale trasparenza”.
Un problema che potrebbe avere risvolti anche più gravi: “Per poter fare questo intervento – spiega l’Ingegner Raffaele Rocco – abbiamo dovuto attingere ad un finanziamento statale. Ritardare l’utilizzo di queste risorse potrebbe voler dire perderle per il completamento del lavoro. Invitiamo i ricorrenti a ripensarci, anche perché tutti gli abitanti di Entrèves e di La Palud aspettano di poter dormire sereni nelle loro case”.
L’intervento comunque, nonostante l’impugnativa, per il momento proseguirà: “Non c’è limite all’ingordigia umana e al disprezzo per il vicino – commenta in chiusura Rollandin – e questo è un atteggiamento incomprensibile e contro gli interessi degli stessi proprietari perché bisogna chiedersi senza quel vallo quanto varrebbero quelle case. Noi andremo avanti ma questo è un caso destinato a fare scuola, credo sia la prima volta che si faccia un ricorso contro un’opera della Protezione Civile e penso non abbia precedenti in Italia”.