Piscina Variney, avviata una petizione. I dipendenti: “Si faccia uno sforzo per evitare chiusura”

Il 18 gennaio 2014 rappresenterà l’ultimo giorno della piscina di Variney che chiuderà al pubblico: questa è l’unica notizia certa. Per quanto tempo rimarrà chiusa, quando e come riaprirà e con quale gestione, questo è ancora avvolto nel mistero più fitto
I lettori di Aostasera, Società

Il 18 gennaio 2014 rappresenterà l’ultimo giorno della piscina di Variney che chiuderà al pubblico: questa è l’unica notizia certa. Per quanto tempo rimarrà chiusa, quando e come riaprirà e con quale gestione, questo è ancora avvolto nel mistero più fitto.
Il mezzo a quest’incertezza si trovano i tre dipendenti e i ventitré collaboratori della "Serenissima Nuoto", società che aveva in gestione l’impianto natatorio di Variney. Nemmeno i tre dipendenti ad oggi (mercoledì 15 gennaio ndr) non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla cessazione del loro rapporto di lavoro.
Quello che è certo che si arrecherà un grave ammanco per tutto il nuoto valdostano, per la Comunità Montana Grand Combin e per tutti i numerosi fruitori della piscina.
I dipendenti e i collaboratori hanno avviato una petizione contro la chiusura dell’impianto raccogliendo in sole tre settimane 527 firme, che si vedono sommare ad altre raccolte presso i comuni di Ollomont e Oyace. La documentazione è stata depositata presso la Comunità Montana Grand Combin.
Durante un incontro tra i rappresentanti dei collaboratori e l’arch. Fulvio Bovet, dirigente del settore tecnico della Comunità Montana e che si sta occupando della delicata situazione, svoltosi martedì 14 gennaio, i dipendenti hanno potuto esprimere il loro rammarico per la brusca interruzione del loro servizio lavorativo ed hanno richiesto alla Comunità Montana di potersi adoperare per mantenere attiva la struttura almeno fino a fine maggio. Infatti si rischia di veder chiudere l’impianto in questo momento, al culmine di tutte le attività organizzate presso la struttura come corsi di nuoto, di acquaticità neonatale e di acquafitness, per vederla riaprire, nel migliore delle ipotesi, a giugno quando non vi sono più corsi e la clientela che usufruisce dell’impianto si riduce notevolmente. Sarebbe auspicabile individuare una società transitoria in grado di dare continuità alla piscina, infatti, qualora si scegliesse di indire una nuova gara d’appalto di gestione dell’impianto, i tempi potrebbero dilatarsi ulteriormente, la piscina rimarrebbe chiusa a lungo e sarebbe priva di ogni minima manutenzione ordinaria. In ogni caso i costi di manutenzione dell’impianto lieviterebbero notevolmente se la struttura dovesse rimanere chiusa per svariati mesi, o peggio, se si scegliesse di svuotare le vasche delle due piscine. Perciò ci è sembrato logico proporre, per il bene della collettività, che eventuali lavori di ristrutturazione vengano eseguiti nel periodo estivo, considerato il fatto che vi è un minor afflusso della clientela, piuttosto che in questi mesi invernali e primaverili di maggior afflusso.
Abbiamo richiesto di essere informati sull’evoluzione della situazione e di poter conservare le nostre mansioni lavorative qualora l’impianto natatorio rimanga aperto con il supporto di una società transitoria. Abbiamo richiesto che sia auspicabile fornire un sostegno, una qualche forma di ammortizzatore sociale, un ricollocamento per quei collaboratori per i quali tale occupazione risulta essere la loro unica fonte di reddito. Infatti molti collaboratori svolgono altre mansioni lavorative, ma alcuni si troveranno in serie difficoltà economiche a causa della perdita dell’impiego. Siamo consapevoli delle difficoltà che una scelta di questo genere potrebbe portare, ma siamo altrettanto fiduciosi che tale istanza venga almeno presa in considerazione.
La Comunità Montana ha disposto un sopraluogo nella giornata di lunedì 20 gennaio nel quale l’ing. Lovato, in qualità di esperto, valuterà la situazione della struttura: a tale sopraluogo vi parteciperà anche un rappresentante dei collaboratori della piscina. Molte scelte sul destino, immediato e futuro, della piscina potrebbero dipendere dalle valutazioni e dalle conclusioni che si trarranno dopo il sopraluogo.
Il presidente Italo Farcoz ha espresso il suo rammarico per come si sia evoluta la vicenda e chiarisce che è anche nell’interesse della Comunità Montana ridurre al minino i disagi che la temporanea chiusura dell’impianto porterebbe.
Ricordiamo che la piscina di Variney è un punto di riferimento per la comunità Grand Combin e per il settore natatorio dell’intera Valle d’Aosta. Sono centinaia i bambini che frequentano regolarmente i corsi di nuoto e di acquaticità presso l’impianto; in moltissimi frequentano i corsi di acquafitness; il pubblico che utilizza le corsie per il nuoto libero è spesso considerevole; la società “Aosta Nuoto” utilizzano quotidianamente la piscina di Variney per gli allenamenti dei ragazzi. La sua chiusura potrebbe far collassare i già delicati equilibri del settore natatorio valdostano e creare una congestione allo storico impianto di Aosta, già peraltro sovraffollato. Perciò i collaboratori della "Serenissima Nuoto" della piscina di Variney auspicano che l’impianto rimanga aperto e chiedono uno sforzo alla Comunità Montana Grand Combin per non interrompere le numerose attività già avviate presso la struttura.

In fede
coordinamento collaboratori e dipendenti
"Serenissima Nuoto"
della piscina di Variney.

 

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