“Le circostanze relative all’accertamento dei Carabinieri non corrispondono a quanto accaduto sulla base di quanto riferito dallo stesso allenatore, Alberto Filippini, e dai genitori dei ragazzi, che erano tutti presenti nel momento della presunta violazione”. Lo Sci Club Gran Paradiso replica alla notizia diffusa sabato scorso dai Carabinieri, riguardo a una multa inflitta a un maestro di sci, reo di aver portato otto alunni dello sci club su un tratto di pista chiuso per alto pericolo di valanghe, a Torgnon.
“I ragazzi presenti erano 5 e non 8 – spiega punto per punto lo Sci Club – circostanza ampiamente documentabile”. Secondo l’associazione l’allenatore, i ragazzi e i rispettivi genitori si trovavano a Torgnon per la disputa di una gara di circuito regionale della categoria Ragazzi, annullata la mattina stessa. Da quel momento, genitori, ragazzi e lo stesso Filippini avevano deciso di rimanere liberamente a sciare a Torgnon tutti insieme, “al di fuori di qualsiasi attività di Sci Club: quindi non è corretto riportare che i ragazzi erano “affidati” all’allenatore”.
Inoltre, precisa lo Sci Club Gran Paradiso, “il gruppo non stava sciando su pista chiusa, ma sul margine non battuto di una pista regolarmente aperta. I carabinieri non hanno effettuato nessun accertamento o indagine ulteriore, non avendo ascoltato né i ragazzi, né i genitori presenti in qualità di testimoni, né tantomeno l’allenatore che li accompagnava. Inoltre non hanno identificato i ragazzi, quindi non sono in grado neanche di certificare il numero effettivo di componenti del gruppo.”
Insomma, una versione completamente diversa da quella fornita dalle Forze dell’Ordine, che hanno infine sostenuto di aver elevato una multa di 900 euro (100 euro a persona, ndr) a Filippini. “Al momento nessuna sanzione è stata notificata al maestro di sci – ribatte ancora lo Sci Club – e quando sarà contestata verrà sicuramente opposto ricorso”.
In ogni caso, l’associazione ha tenuto a ribadire “la piena fiducia nella capacità e professionalità del proprio allenatore Alberto Filippini, nella piena certezza che il suo operato sia stato pienamente conforme alle regole di comportamento da mantenere sulle piste e alla necessità prioritaria di comunicare queste stesse regole ai ragazzi che svolgono l’attività di Sci Club, al fine principale di formare sciatori consapevoli dei rischi e dei pericoli dell’attività sciistica a tutela dell’incolumità propria e degli altri sciatori”.