Crisi Regione: Alessia Favre “nessun embrassons-nous, solo illazioni”

La Presidente dell'UVP smentisce l'esistenza di accordi già presi con l'UV per un suo rientro nella maggioranza regionale. Ma ribadisce la volontà del suo movimento di partecipare alla risoluzione della crisi in Regione.
Alessia Favre
Politica

Come spiega cosa è successo giovedì scorso in Consiglio regionale? Cosa è cambiato rispetto alla primavera scorsa?
Ciò che è successo giovedì in aula è un dato politico. Il presidente della Regione ha ammesso che l’attuale maggioranza non ha più i numeri per governare e pur non utilizzando la parola crisi politica. Ci troviamo in una nuova fase per la politica valdostana. Rispetto alla primavera assistiamo infatti all’ammissione pubblica, in aula Consigliare, del fallimento di governo e di una coalizione, quella appunto Stella Alpina-Union Valdôtaine. Ci aspettiamo ora che alle parole seguano dei fatti, ossia che chi ha causato questa crisi e non ha più la capacità di amministrare la nostra Regione, non si fermi agli appelli, ma chieda di riunire le altre forze politiche per valutare le possibili vie di uscita da questo impasse.

L’Uvp è pronta ad entrare in maggioranza, anche rinunciando alla pregiudiziale Rollandin?
L’UVP è nata come forza di cambiamento, con un progetto politico di rinnovamento, nei metodi e nei contenuti, come antitesi ad un sistema politico che a nostro avviso, non è più in grado di rispondere alle esigenze della nostra comunità. Siamo una forza di rottura ma non vogliamo ridurre la nostra azione politica a una voce di protesta e soprattutto non di protesta nei confronti delle persone. Siamo e pretendiamo di essere una voce di proposta costruttiva. Ecco perché vogliamo partecipare al processo di risoluzione della crisi, perché possiamo in termini di contenuti veri, di progetti e di proposte, contribuire a dare risposte ai valdostani.

E quindi?
Non abbiamo mai fatto lotte alla persona, né vogliamo iniziare a farle ora. Ciò che vogliamo cambiare è il sistema e la gestione della cosa pubblica, che non è riconducibile ad una sola persona, ma ad una cultura amministrativa che da troppo tempo risolve le cose esclusivamente con giochi di poltrone ed affari, spesso senza pensare al bene collettivo.

Si vocifera di accordi già presi con tanto di poltrone nelle partecipate già pronte, conferma?
Smentiamo categoricamente ogni illazione in tal senso. La politica dovrebbe essere fatta di dati seri e concreti. Coi gossip non si arriva da nessuna parte. Per quanto ci riguarda i tavoli che contano sono quelli istituzionali e a chi continua a seminare voci di poltrone per l’UVP chiediamo di affrontare seriamente il momento difficile che stiamo vivendo. Non è il momento dei facili indovini o delle Giovanna d’Arco, sempre in cerca di dietrologie, ma di assunzione di responsabilità alla luce del sole e di confronti politici reali e trasparenti.

E il progetto della Renaissance, ne confermate la validità? Nonostante gli screzi con Alpe?
Il progetto della Renaissance è un documento serio, ancora valido per quanto ci riguarda, che ha dimostrato per la prima volta come le forze di opposizione, tutte insieme, possano trovare sintesi sui contenuti e sulle soluzione, attraverso una proposta di rilancio per la Valle d’Aosta. È politica con la P maiuscola! Sugli screzi vorrei non dilungarmi, ne abbiamo già ampiamente parlato e come deciso nel Conseil de Communautés, critichiamo attacchi personali e al nostro movimento, che non fanno altro che svilire il nostro operare. Preferiamo però parlare di noi e chiediamo di non banalizzare la nostra azione.

Ma quindi siamo vicini alla riunificazione del Leone rampante?
Ad aprile l’UVP in congresso ha votato una linea politica ben chiara e definita. Ci siamo proposti fin dall’inizio del suo percorso come forza alternativa di governo, con un programma chiaro ed un progetto politico riconoscibile e forte, e abbiamo dimostrato di non aver alcuna paura di essere una forza di opposizione concreta e decisa, che lotta strenuamente contro un sistema ormai in declino e contro chi ancora oggi pensa alla politica come ad un semplice esercizio di potere personale e di gestione dei propri interessi. Non ci interessa scendere a compromessi per comprare poltrone, creando una nuova opzione politica che possa poi consentire ad altri (i soliti) di fare il bello e il cattivo tempo, ma non abbiamo nemmeno paura di metterci in discussione di fronte ai cittadini, anche prospettando l’ipotesi di elezioni anticipate, pur sapendo che ora non risolverebbero nessun problema per i cittadini, anzi.
Siamo autonomisti e crediamo nell’importanza della centralità del pensiero autonomista e federalista per il futuro della nostra Regione. Allo stesso tempo abbiamo fatto nascere e stiamo costruendo con entusiasmo e sacrificio l’Union Valdôtaine Progressiste e lavoreremo per farla crescere, disponibili a lavorare con tutti coloro che si porranno come interlocutori credibili per un vero progetto di cambiamento.
 

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