Si è chiusa con l'assoluzione di tutti e 24 gli imputati – "perché il fatto non sussiste" o "non costituisce reato " – la prima tranche dell'inchiesta sui costi della politica, partita due anni e mezzo fa e relativa all'utilizzo "improprio" di 1,2 milioni di euro dei fondi dei gruppi consiliari tra il 2009 e il 2012. Il dispositivo è arrivato intorno alle 12.45 di oggi dal Gup Maurizio D'Abrusco. Le motivazioni della sentenza si sapranno ora fra 40 giorni.
Prima delle assoluzioni di oggi aveva patteggiato un anno di reclusione, pena sospesa l'ex capogruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone. Accusato di peculato a Salzone era contestata inizialmente la somma di circa 123.000 euro. Di questi circa 25.000 euro sono stati giustificati e gli altri 98.000 circa sono stati risarciti.
Imputati in questa prima tranche erano gli esponenti di Pd, Pdl, Fédération autonomiste, Uv e Alpe con accuse che vanno dal finanziamento illecito ai partiti, peculato e indebito utilizzo di fondi pubblici.
La sentenza
Fédération: Claudio Lavoyer e Leonardo La Torre accusati del prelievo di denaro contante e dei pagamenti in favore del giornali La Voix Autonomiste per gli anni dal 2009 al 2011 (per il 2012 non costituisce reato) sono stati assolti perché il fatto non sussiste. La Torre è stato anche assolto, sempre perché il fatto non sussiste, per il versamento di 1952 euro sul conto corrente di Fédération autonomiste.
Pdl: Massimo Lattanzi, Anacleto Benin, Enrico Tibaldi, Alberto Zucchi, accusati di non aver fornito il giustificativo di spesa e in relazione a spese ritenute estranee alla normativa regionale sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Inoltre Massimo Lattanzi è stato assolto perché il fatto non costituisce reato per il pagamento del biglietto aereo per Roma a favore del coniuge e per l'acquisto di targhe di alluminio per 125 euro. Inoltre Lattanzi e Benin sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato per due assegni di 6mila euro fatti avere a Giovanni Palmieri e per un pagamento di 2mila euro a favore dell'avvocato Carlo Curtaz.
Pd: Carmela Fontana, Raimondo Donzel, Gianni Rigo sono stati assolti per l'operazione di rimborso dei propri contributi previdenziali e per un bonifico di 728 euro per banner pubblicitario del candidato Donzel alle europee 2009 perché il fatto non costituisce reato; il fatto non sussiste invece per le accuse riguardanti il prelievo in contanti per cui non fornivano alcuna giustificazione. Cadono anche le accuse per Ruggero Millet (finanziamento illecito e indebita percezione di contributi pubblici), Davide Avati, Giuseppe Rollandin, Erika Guichardaz, Martino Emilio Zambon, tutti accusati di finanziamento illecito perché il fatto non sussiste mentre per Giovanni Sandri, accusato di peculato (4000 euro di libri comprati dalla Fondazione Chabod), per "non aver commesso il fatto". Il Gup ha inoltre ordinato la restituzione a Fontana, Donzel e Rigo delle somme versate sul libretto giudiziario di 7.700 euro.
Per Uv: Con riferimento a tutte le accuse contestate il Gup ha assolto perché il fatto non sussiste Diego Empereur, Ego Perron, Osvaldo Chabod e Guido Grimod dalle accuse di finanziamento illecito. Inoltre ha ordinato la restituzione a Empereur di 18mila euro versati sul libretto depositi giudiziari.
Per Alpe: Per Roberto Louvin, Patrizia Morelli, Giuseppe Cerise, Albert Chatrian, accusati di peculato e finanziamento illecito al partito, e Chantal Certan, accusata di solo finanziamento illecito, assoluzione perché "il fatto non sussiste".
I primi commenti
"Bisognerà capire, bisognerà leggere le motivazioni tra 40 giorni". Così il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, titolare dell'inchiesta sui costi della politica, dopo la sentenza che assolve tutti i 24 imputati. "Il giudice ha dato un'interpretazione univoca per tutti, quella che per il mio ufficio è stata ritenuta situazione di reato evidentemente in radice dal giudice è stata ritenuta o non reato o mancanza dell'elemento soggettivo", ha concluso.
"E' stata un'inchiesta iniziata male e condotta peggio, il giudice ha valutato tutte le prove del denaro pubblico usato, nulla è stato oggetto di appropriazione" ha detto all'uscita Enrico Grosso, avvocato di Massimo Lattanzi.
"Sono molto soddisfatto, ce lo aspettavamo per le posizioni dell'Uv. Non eravamo convinti però che venissero assolti tutti" il commento dell'avvocato Claudio Soro.