Una bomba esplode nella notte dietro alla villa Jocallaz a Saint-Pierre. Ancora mistero sui motivi

Uno scoppio in località Château Feuillet dove attorno alle 23,30 di ieri sera, sabato 18 aprile, è esploso un ordigno sul retro dell’abitazione di Remo e Lucia Jocallaz. Forse l'obiettivo era l'avvocato aostano Massimiliano Sciulli.
Remo Jocallaz
Cronaca

Un boato nella notte udibile anche a diversi chilometri di distanza. Uno scoppio nelle frazioni basse della collina di Saint-Pierre in località Château Feuillet dove attorno alle 23,30 di ieri sera, sabato 18 aprile, è esploso un ordigno sul retro dell’abitazione di Remo e Lucia Jocallaz.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco e i Carabinieri che ora stanno conducendo le indagini. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Solo qualche vetro rotto e danni non evidenti ai muri di casa.

“Abbiamo sentito uno scoppio fortissimo – racconta Remo Jocallaz, ancora scosso – io era appena andato a dormire, ma mia moglie stava ancora guardando la televisione. Sapevano benissimo che eravamo in casa, perché le luci erano ancora accese”. La bomba è stata posta nel frutteto adiacente la villa di Jocallaz a pochi metri dall’ingresso posteriore, dove spesso dorme il nipote di Jocallaz: il figlio di Nicole e dell’avvocato aostano Massimiliano Sciulli. I tre dovevano essere ospiti nella casa di Château Feuillet, ma all’ultimo momento Nicole e Massimiliano hanno deciso di rimanere ad Aosta.

Difficile al momento fare ipotesi sull’accaduto. “Io non ho nemici, sono in pensione da anni – dice Remo Jocallaz – ma mio genero che è avvocato, magari qualche idea se l’è fatta”.

I carabinieri della stazione di Saint-Pierre insieme a quelli della Compagnia stanno conducendo indagini a 360°. Le tracce rinvenute sul luogo sono state sottoposte ad analisi e ora si tratta di capire quale tipo di esplosivo è stato usato. Quello che è certo è che non si tratta della classica tanica di benzina a cui è stato dato fuoco. Dai primi sopralluoghi sembra che l’esplosivo fosse contenuto in una latta chiusa con il coperchio sul quale è stata inserita la miccia.

I militari dell’Arma stanno valutando diverse piste anche rispetto all’accaduto. L’avvocato Massimiliano Sciulli, secondo i carabinieri, non sembra che abbia avuto a che fare con soggetti pericolosi fino a questo punto.
 

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