Congresso UV, Rollandin difende l’operato della Regione e pensa all’Union del futuro

“L'Union può dimostrare che c'è ancora un avvenire per il nostro movimento, ma bisogna lavorare in un altro modo e fare il possibile per avere un rapporto diverso con lo Stato, senza cambi continui di regole", ha detto dal palco di Pont-Saint-Martin
Il Congrès National dell'Union Valdôtaine
Politica

L’Union Valdôtaine è a un bivio, e chi dimostra di saperlo benissimo è Augusto Rollandin.
L’occasione, il Congrès unionista che celebra i settant’anni del ‘Mouvement’ è infatti perfetta sia per glorificare il passato; in un appuntamento questa volta diverso dal solito, farcito di proiezioni video sia sulla storia dell’UV che sui giovani volti di domani; sia per progettare il futuro.

Dai fasti, gli unionisti che “hanno rinunciato a tutto mentre ora, a volte, si rinuncia a qualcosa”, al ‘qui e ora’: “Oggi si dice che l’amministrazione non va – ha spiegato Rollandin –, che non ci sono programmi. Però ogni anno cambiano i fondi a disposizione della Regione e dei Comuni. Come si può fare un programma annuale? Un programma triennale non è reale, perché il quadro di riferimento cambia di anno in anno. Dal 2010 ci è stato detto che non ci sarebbero state riduzioni al bilancio senza un accordo, che in realtà non c’è mai stato”.

Ma è al futuro che guarda il Presidente della Giunta Regionale: “L’Union può dimostrare che c’è ancora un avvenire per il nostro movimento, ma bisogna lavorare in un altro modo e fare il possibile per avere un rapporto diverso con lo Stato, senza cambi continui di regole. Con un minimo di sforzo possiamo realizzarlo, mettendoci d’accordo con le forze politiche che vogliono lavorare in maniera onesta per il futuro, perché così sarà più facile raggiungere dei risultati in tempi più coerenti con le esigenze dei valdostani”.
E non indugia certo, Rollandin, sulle ingerenze dell’Europa e dello Stato, ricalcando in parte il solco tracciato in precedenza dal Presidente dell’Union Ennio Pastoret: “Per essere autonomi dobbiamo avere delle sicurezze sul bilancio, che è di nostra competenza. Una cosa che non avviene più. Dall’inizio della crisi, dopo sei anni, ogni anno abbiamo dovuto discutere con lo Stato: il contrario del Federalismo. Mentre qua si parlava di Bon de Chauffage e Bon Énergétiques, in Italia è bastato promettere 80 euro per vincere le Elezioni europee. Qui però, nonostante tutto, siamo ancora il meglio che si trova in Italia in fatto di servizi”.

Ma nel futuro dell’Union c’è anzitutto la politica, con le Elezioni comunali nel mirino, e che Rollandin definisce “Capitali per la vita della nostra Regione”.

Una sensazione simile all’apertura dello scorso anno, quella del ‘candidato unico’ per le Europee evocato proprio dal palco di Pont-Saint-Martin, e che fa da preludio al classico atto finale del Congrès, con il popolo unionista in piedi, a cantare ‘Montagnes Valdôtaines’.
 

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte