“No alla Pet Therapy con animali selvatici: è contro la legge”.

A sostenerlo in una nota è il direttivo dell’Ordine dei Medici Veterinari della Valle d’Aosta in relazione all'iniziativa del parco faunistico La Chevrère di svolgere con daini e caprioli la Pet Therapy.
Il Parco Faunistico Chevrere Mont Avic
Società

"L’impiego di animali selvatici in Interventi Assistiti con gli animali (Pet-Therapy) è non rispettoso del benessere animale ed è in palese contrasto con la normativa regionale e nazionale". A sostenerlo in una nota è il direttivo dell’Ordine dei Medici Veterinari della Valle d’Aosta in relazione all’iniziativa del parco faunistico La Chevrère di Champdepraz di svolgere con daini e caprioli la Pet Therapy. 

"Chiunque abbia avuto a che fare con cervidi (cervo, daino, capriolo) sa che anche quando allevati in cattività rimangono comunque animali estremamente sensibili allo stress: possono accettare il contatto con le persone che li accudiscono quotidianamente, ma si spaventano facilmente se esposti a persone o stimoli sconosciuti" spiegano i veterinari in una nota. 

"In questo caso manifestano tutti i comportamenti tipici di un animale in una situazione di disagio: tentativo di
fuga e manifestazioni ansiose. Questo comportamento è dovuto al fatto che, non solo questi animali sono delle prede, ma soprattutto non sono animali domestici. Infatti la domesticazione è un processo che è avvenuto durante il corso di migliaia di anni e che ha portato profondi mutamenti non solo morfologici e fisiologici, ma soprattutto comportamentali e relazionali" si legge ancora nella nota. 

L’ordine dei medici veterinari ricorda quindi come la legge regionale vieti il ricorso ad animali selvatici e a cuccioli di età inferiore a sei mesi.

 

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