La crisi al Casinò è ora realtà. Questa mattina nel primo di una lunga serie di incontri fra sindacati e azienda il vice direttore generale Stefano Silvestri ha aperto ufficialmente la procedura 223 del 91 di licenziamento collettivo per 260 persone circa. Obiettivo recuperare 15 milioni di euro. Confermate, quindi, le attese della vigilia. La convocazione di tutte le sigle sindacali, comprese quelle dei servizi alberghieri, era stata infatti per molti un indizio di quelle che sarebbero state le comunicazioni della dirigenza della società che più di una volta, con l'Amministrazione unico Lorenzo Sommo, aveva ribadito la necessità, in assenza di finanziamenti da parte della Regione, di dover metter mano ai costi, per salvare l'azienda.
Un ultimo "No" alla "restituzione" dei 43 milioni di euro era arrivato il 7 febbraio scorso con la proposta di legge della II Commissione approvata in Consiglio regionale che prevede che “entro 60 giorni” sia presentato dall'organo di amministrazione della società “un piano di ristrutturazione aziendale che precede e accompagna eventuali interventi finanziari emergenti da una precisa e chiara situazione patrimoniale ed economica”. Nella stessa seduta l'aula ha dato il via libera all'unanimità anche ad una revisione "radicale dell'organizzazione della Casinò Spa (amministratore unico, collegio sindacale e i quadri con funzioni di responsabilità) e a verificare la reale situazione gestionale e valutarne un’eventuale necessità di finanziamento legata all’attuazione del piano di rilancio”.
Con l'apertura della procedura di licenziamento collettivo – l'ultima è stata messa in campo dall'ex amministratore unico Frigerio nel 2013 – inizia la trattativa fra azienda e sindacati che potrebbe anche portare all'adozione di contratti di lavoro meno onerosi o a forme di solidarietà, come già accaduto in passato.