La Saison Cinéma apre con un omaggio a Pier Paolo Pasolini

Domenica 2 novembre doppio appuntamento al teatro Splendor: alle 18 incontro con Ninetto Davoli e Stefano Battaglia, alle 20.30 proiezione del film "Uccellacci e uccellini".
Saison Culturelle Cinema serata su Pasolini

A cinquant’anni esatti dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, la Saison Culturelle inaugura la programmazione cinematografica con una serata dedicata alla figura del regista, poeta e intellettuale tra i più influenti del Novecento. L’appuntamento è per domenica 2 novembre al Teatro Splendor, con due momenti: alle 18 un incontro con Ninetto Davoli e Stefano Battaglia, e alle 20.30 la proiezione della pellicola “Uccellacci e uccellini” (1966, 88 min) uno dei capolavori firmati da Pasolini. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.

La serata, dal titolo Pier Paolo Pasolini: poesia e cinema del reale, si aprirà con un dialogo tra Ninetto Davoli, attore e compagno di strada di Pasolini, e Stefano Battaglia, pianista e compositore che ha dedicato al regista friulano il doppio album Re: Pasolini edito da ECM. I due ospiti ripercorreranno la vita e l’opera di Pasolini, con riflessioni sul suo impegno civile e sull’attualità del suo pensiero. Durante l’incontro, Battaglia eseguirà alcuni brani tratti dal progetto discografico, offrendo una lettura musicale e intima dell’universo pasoliniano.

Ninetto Davoli, esordiente nel cinema proprio sotto la guida di Pasolini, è stato protagonista di numerosi film del regista tra il 1964 e il 1974. Tra le opere più celebri in cui ha recitato figurano “Il Vangelo secondo Matteo”, “Uccellacci e uccellini”, “Edipo Re”, “Teorema”, “Il Decameron” e “Il fiore delle mille e una notte”.

Dopo l’incontro, la serata proseguirà con la proiezione di “Uccellacci e uccellini”. Come in tutte le favole, non c’è una storia ben definita in questo film: il pretesto narrativo è dato dalle considerazioni filosofiche di un vecchio corvo che si rivolgendosi a due uomini, padre (Totò) e figlio (Davoli) li invita a compiere un viaggio fisico e interiore intorno ai temi capitali dell’esistenza. Per questa interpretazione, Totò ricevette nel 1967 il Nastro d’argento come miglior attore protagonista.

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