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Alla ricerca dell’acqua nascosta: al via dei carotaggi profondi nel fondovalle di Aosta

La Valle d'Aosta avvia nuovi sondaggi, fino a 400 metri di profondità, nella piana di Aosta per mappare le riserve idriche sotterranee. Indagini cruciali per prevenire future crisi idriche.
Ambiente

Cosa c’è sotto i nostri piedi? Terra, ma anche acqua. È da lì che arriva ciò che ogni giorno sgorga dai nostri rubinetti. La siccità del 2022 ha evidenziato quanto questa risorsa naturale sia preziosa e vulnerabile. Per questo, la Regione Valle d’Aosta ha avviato nuove indagini per conoscere meglio le riserve idriche della falda acquifera locale.

“L’eccezionalità del 2022 potrebbe diventare da qui a poco la normalità. – spiega l’Assessore regionale alle Opere pubbliche, Davide Sapinet – Da qui una serie di obiettivi e azioni, che la politica si è posta, come la nascita dell’Osservatorio per la crisi idrica, e tutta una serie di iniziative per prevenire quanto successo nel 2022″.

Indagini mai fatte da 50 anni

Le prime indagini geognostiche, avviate nel 2022, hanno permesso di ottenere una visione tridimensionale del sottosuolo della piana di Aosta e Saint-Vincent, analizzando fino a 350 metri di profondità. Ora, per la prima volta in mezzo secolo, si passerà a carotaggi diretti, iniziando dai prati dietro la cascina di Montfleury e, a seguire, alla Grand Place di Pollein.

“L’obiettivo è comprendere l’assetto geologico del fondovalle che potrebbe ospitare anche altre riserve idriche, o dei corpi idrici vulnerabili – spiega Davide Bertolo della struttura Attività geologiche – Qualunque decisione venga presa, a livello gestionale, per la risorsa idrica della piana di Aosta, non si può prescindere dalla conoscenza approfondita. Il primo sondaggio profondo al Montfleury è da 350 metri e andrà a intercettare il substrato roccioso alla base della piana di Aosta, mentre il secondo verrà realizzato a Pollein e arriverà fino ai 400 metri, laddove le informazioni geofisiche, di tipo indiretto, ci dicono che dovrebbe essere localizzato il substrato. Tutto il pacco di sedimenti di natura alluvionale, glaciale o lacustre, che c’è fra questi 350/400 metri e il piano che calpestiamo tutti i giorni può essere la sede di riseve idriche, un vero serbatoio di acqua che dobbiamo conoscere fino alla sua base”.

 

Una conoscenza fondamentale per il futuro

I sondaggi più profondi oggi arrivano fino a 100 metri. “Per la piana di Aosta manchiamo quindi della conoscenza di circa 200 metri di materasso alluvionale, glaciale e lacustre. Lì dentro potrebbe esserci dell’acqua, non sappiamo il suo chimismo, cercheremo di capirne di più nei prossimi mesi. L’anno prossimo sarà sicuramente molto importante perché faremo un vero e proprio passo avanti nelle conoscenze della piana di Aosta e poi estenderemo queste indagini anche alla piana di Châtillon- Saint-Vincent e poi Arnad e Verrès”, aggiunge Bertolo.

Una trivella speciale, arrivata in Valle nei giorni scorsi, inizierà a operare entro la settimana. I carotaggi dovrebbero essere ultimati in circa 60 giorni, rispettando gli ecosistemi attraversati. “Il prossimo anno partirà il secondo sondaggio in località Pollein. Saranno utilizzate trivelle di una certa entità, in grado di raggiungere queste profondità. Sono attività che verranno fatte nel rispetto dei terreni che vengono impattati temporaneamente dal cantiere, ma soprattutto avendo un particolare riguardo alla tutela dei corpi idrici sotterranei che vengono attraversati da queste trivellazioni. Per questo abbiamo costituito in fase di progettazione un apposito gruppo di lavoro assieme ad Arpa e ai colleghi del Dipartimento risorse idriche, per dare alla ditta le specifiche da adottare per evitare qualsiasi tipo di contaminazione della falda idrica che si attraversa”, conclude Bertolo.

Una risposta

  1. aspettate un attimo, si avviano carotaggi profondi per cercare l’acqua? Ma se c’è il rischio di crisi idrica perché non si comincia con recuperarla vietando lo spero di acqua dei campi da golf o della neve artificiale?

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