Il ghiacciaio del Grand Etrèt diminuito di 3 campi da calcio

Nell'estate 2023 il ghiacciaio del Grand Etret ha perso uno spessore medio di 2,7 metri di ghiaccio rispetto lo scorso anno con una riduzione della propria superficie di oltre due ettari.
Grand Etrèt - trasporto materiali foto Alberto Rossotto
Ambiente

Non si arresta l’arretramento dei ghiacciai valdostani. Nell’estate 2023 il il Grand Etrèt in Valsavarenche, nel Parco nazionale del Gran Paradiso, ha perso uno spessore medio di 2,7 metri di ghiaccio rispetto lo scorso anno con una riduzione della propria superficie di oltre due ettari, pari a quella di tre campi da calcio.

Il monitoraggio dei guardaparco restituisce per l’ultima stagione 2022-2023  il secondo peggior valore della serie storica (con un valore più del doppio del dato medio 2000-2022 di -986 mm w.e.), e risulta migliore solamente del dato record (in negativo) dello scorso anno (-3662 mm w.e.). Rispetto al 2022 la superficie glaciale ha subito una contrazione di circa il 9%, e del 62% dal 1999, anno in cui sono iniziate le misurazioni.

“Le scorte di neve accumulate grazie soprattutto alle abbondanti precipitazioni nevose del mese di maggio si sono completamente esaurite tra luglio ed agosto e non sono state sufficienti, come si temeva, a proteggere il ghiacciaio dalla radiazione solare:  – spiega una nota – la fusione si è rivelata importante presso tutte e cinque le paline installate sul ghiacciaio, con valori compresi tra i 460 ed i 192 cm di ghiaccio persi”.

A parte qualche giorno più fresco a inizio agosto, le temperature dell’estate 2023 si sono mantenute elevate e solo la nevicata del 28 agosto, con l’apporto sopra i 2400 m di quota di diversi centimetri di neve, ha permesso un rallentamento della fusione ricoprendo il ghiacciaio per parecchi giorni.

“L’impatto del cambiamento climatico è evidente”, spiega il guardaparco Alberto Rossotto, responsabile del team di monitoraggio dei ghiacciai, “segni della sofferenza del corpo glaciale sono stati documentati nel corso del rilievo: assenza di neve residua, grosse bédières attive, presenza di detriti di frana, mulini glaciali, collasso di porzioni di ghiaccio, ma soprattutto l’apertura di una grossa grotta glaciale in visibile espansione, con piccolo laghetto sottostante, poco sopra la zona della fronte”.

Una misurazione intermedia effettuata il 9 agosto ha consentito di appurare il ritmo medio di fusione di ghiaccio fino al 20 settembre (42 giorni di fusione): tale trend varia dai 4,7 cm/giorno presso la palina I sita a 2.750 m di quota ai 3,4 cm/giorno presso la palina V sita a 3.025 m di quota. Inoltre un secondo sopralluogo avvenuto il 17 agosto presso la sola palina I ha permesso di valutare il trend di fusione giornaliero nel settore più basso del ghiacciaio durante uno dei periodi più caldi dell’estate: in soli 8 giorni di fusione sono scomparsi 62 cm di ghiaccio, al ritmo impressionante di quasi 8 cm al giorno.

Oltre al Grand Etrèt in Valsavarenche, i guardaparco hanno raccolto dati, in fase di analisi – i risultati verranno pubblicati sul sito del Parco  –  di altri 56 ghiacciai.

Una risposta

  1. ma io vedo che nessuno se ne preoccupa, ancora tutti in giro in auto, aerei a tutto spiano, acquisti di merci che vengono dalla parte opposta del mondo…

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