Scarsità idrica: il modello virtuoso di Saint-Pierre e Villeneuve

Il consorzio di miglioramento fondiario a servizio dei due paesi ha negli anni saputo svecchiare i propri impianti e migliorare il proprio operato per affrontare al meglio disagi e disguidi dovuti all’emergenza.
Il consorzio di Saint-Pierre e Villeneuve
Ambiente

Una rete largamente rinnovata che permette di abolire sprechi e perdite, un sistema di telecontrollo che copre una buona parte del territorio consorzile, una gestione omogenea e oculata dell’irrigazione erogata: il consorzio di miglioramento fondiario di Saint-Pierre e Villeneuve schiera le proprie armi per cercare di contrastare al meglio gli effetti di siccità e carenza idrica. Fornitore di vecchia data della media e della bassa collina dei due paesi, che dal torrente di Valsavarenche traghetta l’acqua sino in quota, esso ha negli anni subito lavori di ristrutturazione e manutenzione ordinaria che gli hanno permesso di adottare una forma amministrativa maggiormente consapevole ed efficace.

Una conduzione più corretta

Rimasto sempre attivo e tuttora ampiamente sfruttato nonostante la sua antichità, il consorzio si è con il tempo reso disponibile ad adottare nuovi sistemi di irrigazione maggiormente virtuosi e capaci di garantire a tutti i suoi iscritti una eguale distribuzione per finalità agricole.

“Sono state anzitutto le opere di innovamento della vecchia rete adduttrice a permetterci di risparmiare una quantità di acqua tale da farci mantenere una media di consumo inferiore rispetto a quella dataci in dotazione come subconcessione dall’Ufficio acque e parametrata sulla base della superficie comunale da irrigare – commenta il presidente del consorzio, Giorgio Lale Murix -. Non ci consideriamo affatto avanguardisti bensì semplicemente scrupolosi e razionali nell’utilizzo della risorsa idrica, che sfruttiamo cercando di evitare gli sperperi attraverso la turnazione dell’irrigazione e la regolamentazione a distanza di aperture e chiusure delle girandole al fine di garantire a tutti i professionisti che serviamo una produzione giusta a costi che rientrino nel budget del singolo agricoltore”.

Lavori di consolidamento del torrente di Valsavarenche
Lavori di consolidamento del torrente di Valsavarenche

Una gestione organica

Nonostante le evidenti innovazioni abbracciate, alcuni tratti irrigui dei territori di Saint-Pierre e Villeneuve risultano ancora esternalizzati rispetto al controllo telematico effettuato dal consorzio cui essi fanno capo e restano pertanto scoperti tanto sul piano della vigilanza quanto sul piano della manutenzione ordinaria e straordinaria.

“Qualora fossimo in grado di reperire ulteriori finanziamenti, potremmo facilmente svecchiare il nostro parco irriguo garantendo una supervisione e una amministrazione totali e riparando quelle tubazioni oramai cinquantennali che iniziano a riscontrare problemi di staticità legati a rotture e microforature – aggiunge Lale Murix -. Purtroppo, tali porzioni della nostra rete sono soggette al libero arbitrio dei consorzisti e non alla calibrazione dell’acqua bastata sulle esigenze dei singoli e sui momenti di irrigazione, ciò che determina per noi l’impossibilità di intervenire direttamente se non inviti a un uso parsimonioso e richiami nel caso di errata condotta”.

Il consorzio di Saint-Pierre e Villeneuve
Il consorzio di Saint-Pierre e Villeneuve

L’Ufficio consorzi

Da quasi venticinque anni, l’Unité des Communes Grand-Paradis si è dotata di uno specifico Ufficio con ventisette associati che si occupano unicamente della gerenza dei consorzi e dei suoi aspetti legislativi e burocratici.

“Per ciò che concerne l’annosa e ipergeneralizzata situazione meteorologica che connota il nostro tempo, la Valle d’Aosta si trova a soffrire in modo nettamente inferiore rispetto ad altri luoghi – prosegue Lale Murix -. Ciò è possibile non soltanto grazie alla vasta presenza di ghiacciai ma soprattutto grazie al fatto che, negli anni, sono stati svolti interventi e sono state costruite infrastrutture irrigue e idropotabili importanti che hanno condotto alla creazione di un reticolo la cui capillarità e la distribuzione non sono eguagliate da nessun’altra regione italiana”.

La situazione delle fontane

“Un tempo i vari villaggi venivano costruiti nei pressi di corsi di acqua o, preferibilmente, di sorgenti cui affidarsi, i quali per larga parte sono stati assorbiti all’interno di reticoli potabili mentre in altri casi sono rimasti in superficie e seccati a causa del calore intenso e duraturo e delle temperature torride di quest’anno – conclude Lale Murix -. Questo a spiegazione del perché, mentre alcuni fontanili collegati alle tubazioni comunali e idropotabili scissi dal consorzio riescono a restare attivi, altri privati della loro alimentazione originaria sono costretti alla chiusura”.

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