Chiude il bar della stazione di Châtillon: troppo caro l’affitto imposto dalle Ferrovie dello Stato

“Abbiamo richiesto un contratto più agevolato, dal momento che la ferrovia è chiusa”. I gestori lasciano il locale dopo 34 anni. Si preannuncia “un prevedibile degrado” della zona.
Bar Buffet della Stazione Châtillon
Comuni

È domenica mattina, sono le nove, Paola serve caffè e croissant agli ultimi clienti del bar della stazione di Châtillon. Il 27 aprile ha segnato l’ultimo giorno di apertura del locale, gestito da 34 anni da Simona e suo marito Massimo, e prima ancora dai genitori di quest’ultimo.

“Non siamo noi che abbiamo deciso di chiudere. Sono le Ferrovie dello Stato che hanno deciso di non rinnovarci più il contratto (di locazione)” spiega Simona. “Scadeva il 31 marzo di quest’anno, così siamo scesi a Torino per una trattativa che non ha dato buoni frutti”.

Il nuovo contratto d’affitto: 6.500 euro a trimestre. “Una cifra esagerata per una struttura che ha 150 anni”

“Ci hanno triplicato gli importi di canone garantiti”. Dai 2.500 euro ogni tre mesi, previsti nel contratto datato 2001, si è passati a 6.500 euro a trimestre da sommare ai 15 mila euro del conguaglio di fine anno. Per semplificare: quasi 3.500 euro al mese. “Una cifra esagerata per una struttura che ha 150 anni” commenta Simona.

“Abbiamo richiesto un contratto più agevolato, dal momento che la ferrovia è chiusa, ma non c’è stato verso di poter dialogare con loro. Mi hanno recapitato una lettera – il 18 aprile – in cui c’era scritto che, entro il 30, dovevo consegnare i locali”.

Offrivamo un servizio a residenti, studenti e gente di passaggio: “quella della stazione è una zona un po’ abbandonata”

A due passi dai binari, il locale Buffet della stazione fungeva da bar, tabaccheria e biglietteria. Dal lunedì alla domenica. “Si tirava avanti con le persone del posto, ma anche con gli studenti e le studentesse che attendevano il bus”. Pochi i turisti. “Con la chiusura della ferrovia abbiamo registrato una perdita del 30% circa” approfondisce Simona. “Offrivamo un servizio, un posto caldo, sia ai residenti che alla gente di passaggio, anche perché in stazione i servizi igienici sono chiusi”.

“Dispiace perché quella della stazione è una zona un po’ abbandonata. Eravamo noi che tenevamo un po’ di ordine”. Simona teme che l’area si possa trasformare in una terra di nessuno: “un ritrovo per senzatetto e tossici”. “Il Comune dovrà pensare di fare qualcosa per controllare l’area” dichiara.

Paola, barista, da undici anni dietro al bancone del bar della stazione, commenta “fa molto male. Eravamo un punto di riferimento per i residenti di Châtillon e Pontey”. E alla domanda ‘adesso dove andrà?’ risponde “Simona e Massimo gestiscono altri due bar. Uno ad Antey, l’altro ad Aosta”. Dispiaciuti anche gli habitués, accorsi numerosi nell’ultima domenica di apertura. “Era una tappa fissa. Quando si passava di qua, si entrava per bere una volta” dice un autista escavatorista residente a Pontey.

Oggi, in Consiglio comunale, la minoranza interroga il Sindaco. “Si tratta di una trattativa tra privati. Comune e Regione sono parti passive”

La questione arriva in Consiglio comunale. Sul tema l’opposizione presenterà, nel corso della seduta consiliare di questa sera in programma alle 20.30, un’interrogazione. I sette firmatari – Donazzan Riccardo, Personettaz Monique, Casella Fiorella, Belloli Mario, Gorret Émile, Gallo Gilda e Dondeynaz Guido – domanderanno al Sindaco Camillo Dujany quali decisioni intende assumere. La minoranza si dice preoccupata di come la chiusura del bar renderebbe del tutto incustodita la stazione ferroviaria. Si preannuncia “un prevedibile degrado”.

Il primo cittadino dichiara “ho appreso oggi la notizia della chiusura dai social. Mi rincresce. È uno spazio che presidiava un po’ tutta la zona. Quando è stato istituito il trasporto sostitutivo dei treni abbiamo voluto che gli autobus partissero da lì proprio per evitare contraccolpi sul piano economico del territorio”.

Cercheremo di presidiare maggiormente gli spazi con gli agenti di polizia”. Rispetto all’intenzione a rivolgersi all’amministrazione regionale affinché possa farsi promotrice di una mediazione tra le parti, il Sindaco risponde “se potesse essere utile, certamente. Ricordiamo però che si tratta di una trattativa tra privati. Comune e Regione sono parti passive”. Aggiunge poi “non siamo proprietari degli spazi e non abbiamo nulla da mettere in campo per portare RFI (Rete Ferroviaria Italiana) a miti consigli”.

Il Sindaco ricorda infine: “negli anni, le amministrazioni passate avevano avuto la disponibilità da RFI del garage dei treni, un edificio che deve essere recuperato. Una delle destinazioni possibili era quella di tavola calda, ma nessun privato aveva manifestato l’interesse a recuperare quegli spazi”.

Una risposta

  1. Se si trasferiscono nella struttura dall’altra parte della strada (ex. Hotel Rouge et Noir) mi sa tanto conviene a chiunque e con la cifra che le ferrovie vogliono al trimestre ci pagano un anno di affitto…

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