Dispositivi autovelox spenti. Succede in (almeno) due comuni valdostani. Una scelta che gli enti hanno assunto in autonomia, a seguito della revisione del codice della strada, entrata in vigore lo scorso dicembre. Le nuove norme – nel dare attuazione alla “promessa” del ministro dei trasporti Matteo Salvini di una “stretta” alle “multe selvagge” sui limiti di velocità – hanno infatti creato condizioni che alcuni Sindaci giudicano complesse, se non penalizzanti.
Uno dei comuni che ha disattivato gli autovelox (nel caso specifico, le colonnine arancioni note come “VelOK”) è stato Saint-Christophe, dove il sindaco Paolo Cheney ha comunicato ufficialmente la decisione nella seduta del Consiglio comunale di martedì scorso, 29 aprile, riconducendola alle “criticità emerse dall’interpretazione del decreto Salvini sulle modifiche al Codice della Strada”.
E’ in fase di conclusione, ha aggiunto, un piano di installazione di sei rilevatori di velocità, nei pressi di attraversamenti pedonali, per una spesa di quasi 30 mila euro. “Sarà evidenziata sul pannello – ha detto Cheney – la velocità alla quale si sta transitando in modo che il conducente possa ridurla, se eccessiva. Noi non vogliamo fare cassa con queste iniziative, ma garantire la sicurezza dei cittadini che devono attraversare le nostre strade”.
Il nocciolo della questione si coglie più chiaramente grazie all’altro comune che ha sospeso il funzionamento dei dispositivi (senza darne pubblicità): Gressan. Il sindaco Michel Martinet spiega che la revisione al Codice della strada faccia sì che, in assenza di contestazione immediata della violazione, ci siano margini di impugnazione della sanzione, ma “noi spedivamo i verbali ai trasgressori già in ragione del poco personale. In servizio abbiamo tre agenti di Polizia locale e un servizio del genere ne assorbe almeno due”.
Aprire uno scenario che avrebbe portato a ricorsi della cittadinanza è una scelta che l’ente non si è sentito di intraprendere. Il cruccio del Sindaco è che, a seguito della decisione, “si è notato un ritorno di alcuni automobilisti a velocità importanti”. “L’introduzione degli autovelox (affittati dalla stessa ditta cui si è rivolto Saint-Christophe, ndr.) – racconta ancora Martinet – aveva creato malumori, c’era stata anche una raccolta di firme, ma le tante multe iniziali erano poi divenute sempre meno. La gente aveva iniziato ad andare piano”.
Al di là dell’amara constatazione per cui le sanzioni economiche sono l’unica misura di una certa efficacia, il comune è attraversato dalla strada regionale 20: “la più trafficata della regione, che ha visto sinistri importanti, anche mortali”, sottolinea Martinet. E la natura della strada apre un altro tema. “Veniamo accusati di ‘fare cassa’ – afferma il primo cittadino – ma le sanzioni riscosse su strade non comunali vanno riconosciute, per il 50% dell’importo, al proprietario dell’arteria, nella fattispecie la Regione”.
Considerata questa quota (e l’affitto dei dispositivi, che avviene su base semestrale), “ce n’è praticamente per andare in pari”, osserva Martinet. Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Economia e Finanze, relativi al 2023, le violazioni ai limiti di velocità hanno portato 17.089,10 euro nelle casse di Saint-Christophe e 26.045,92 in quelle di Gressan. Flussi economici che, per ora, sono destinati a ridursi. “Aspettiamo novità legislative”, dice il sindaco Martinet.