Tornano a chiedere maggiore autonomia nella gestione e nella tutela dei comuni amministrati i sindaci valdostani, dopo la nuova querelle in tema di antenne radio.
A inizio ottobre il Consiglio di Stato si è espresso sul ricorso promosso dal comune di Arnad contro la società Inwit. I giudici, nel respingere l’appello e condannando il comune a pagare 2.000 euro di spese legali, hanno chiarito che nessuna norma impone all’operatore di dimostrare la “necessità” di installare un’antenna in una certa area, respingendo la posizione del Comune secondo cui, vista la presenza di un’altra antenna vicina, non serviva una nuova struttura.
E’ stato, inoltre, ribadito come le reti di comunicazione siano state inserite dal legislatore statale fra le opere di urbanizzazione primaria, soggette ad una tutela normativa forte e non possono essere ostacolate da regolamenti comunali, soprattutto se in contrasto con la normativa statale ed europea.
I sindaci in una nota diffusa dal Cpel si dicono preoccupati “per l’impossibilità di esercitare appieno la funzione di gestione e tutela del proprio territorio poiché, di fatto, l’Ente Locale dispone di una potestà estremamente limitata nel definire il posizionamento di dispositivi tecnologici che, per le loro caratteristiche, possono avere un impatto significativo sull’ambiente in cui sono collocati”.
La nuova pronuncia del Consiglio di Stato “comporta rilevanti conseguenze anche per i Comuni, ai quali risulta di fatto preclusa la possibilità di esercitare un’effettiva e concreta titolarità nelle decisioni che riguardano il proprio territorio”.
Da qui la richiesta del Cpel di “avviare i necessari e opportuni approfondimenti nelle sedi competenti, affinché venga riconosciuto anche in questo contesto il ruolo centrale degli Enti Locali nella gestione del territorio.”
