Nuova riunione con gli abitanti della zona rossa di Villeneuve e nuove domande per il sindaco Bruno Jocallaz e il team di esperti che sta monitorando e lavorando alla frana.
Passata la paura sono ora gli interrogativi di tipo finanziario e legale a preoccupare gli abitanti del borgo che dal 27 di dicembre non rientrano nelle loro case.
“Il tempo è stato clemente e ci ha lasciati lavorare – spiega il sindaco prima dell’inizio dell’incontro -, devo dire che la ditta Plat sta facendo un lavoro enorme a dei ritmi forsennati e questo lo dobbiamo sottolineare sempre”. Turni senza sosta e un lavoro di precisione, ma molto pesante: gli operai lavorano tutti i giorni tranne il fine settimana, dalle prime ore di luce fino al tramonto, fino a quando, nel borgo, l’ultimo raggio non scende dietro alle montagne, lasciando il posto alla sera che, da domani, diventerà il nuovo momento in cui gli evacuati potranno rientrare, anche se per poco, nelle loro abitazioni.
Il nuovo orario per rientrare (ora dalle 17.30 alle 19.30 grazie al lavoro dei vigili del fuoco volontari), e tante altri aspetti sono state spiegati e decisi nell’incontro di giovedì 16 gennaio, appuntamento che ha visto i tecnici Davide Bertolo, Alessandro Bellini e Paolo Gachet spiegare nuovamente gli interventi e rassicurare i presenti sullo stato di avanzamento dei lavori, oltre che sulla messa in sicurezza totale della zona nel tempo previsto: “Avevamo previsto la fine dei primi lavori, ossia quelli di chiodatura, per domani, invece oggi possiamo dirvi che li abbiamo terminati in giornata e che la prima barriera, quella di sacrificio, è pronta al campo sportivo e verrà posizionata appena finiti i controlli sulla parete. Mi sento di dire – continua Gachet -, che la finestra di tempo che vi abbiamo comunicato 2 settimane fa per ora è rispettata e, senza sbilanciarmi, penso che riusciremo a rimanere nei 100 giorni per terminare le operazioni e farvi rientrare tutti a casa”.
Rientrare a casa rimane la priorità degli abitanti toccati da questo evento, ma all’orizzonte la domanda è un’altra: quando e come verranno risarciti gli evacuati? Questa la domanda che finora nessuno aveva mai posto, anche perché il dramma dell’allontanamento da casa e della tragedia sfiorata si erano presi prepotentemente il palcoscenico.
I tempi sono lunghi per i ragionamenti finanziari e la questione è burocraticamente più complessa di quanto si possa pensare. Se nell’immaginario di tutti basterebbe la parola “frana” a determinare un evento calamitoso e quindi risarcibile, così non è per la legge italiana, che prevede degli iter lunghi per stimare l’entità del danno e i parametri che permetterebbero alle famiglie di attingere a dei fondi di risarcimento.
Attraverso report degli esperti, dati e numeri, si può mettere in piedi un’istruttoria per determinare l’evento calamitoso; a quel punto si determinano i danni e nel caso si fa la richiesta per attingere ai fondi. A spiegarlo il dottor Pio Porretta, capo della Protezione Civile che vuole essere il più cauto possibile nel dare le risposte a chi, lontano da casa, ha bisogno di concretezza per capire la situazione: “Ad oggi io non mi sento di dire che avrete accesso a questi fondi, voglio prima leggere e studiare tutte le carte, solo allora si potrà iniziare a capire se questo evento rientra nei parametri per cui sono previsti dalla legge quei risarcimenti. Non è scontato, io ora non sarei onesto e professionale nel dirvi che sicuramente avrete accesso ai fondi, non so nemmeno di quali danni stiamo parlando, quindi voglio essere cauto. I parametri che si prenderanno in considerazione sono tanti, dai danni causati alla dimensione dell’evento; per darvi un’idea della questione, la frana di Quincinetto non è stata catalogata come evento calamitoso, c’è anche da dire che non ha fatto danni”.
E mentre la posta degli sfollati viene fatta recapitare in Comune, diventato sede nevralgica dei lavori e degli incontri, un aiuto psicologico è stato messo a disposizione delle famiglie interessate dall’evacuazione e la tragedia sembra aver unito gli abitanti del borgo, che, insieme, anche con il sorriso, cercano di far fronte a una situazione non facile che deve ancora entrare nel vivo delle fasi più salienti, come la posa della prima barriera , quella di sacrificio, che permetterà i primi disgaggi.
Le ultime valutazioni hanno già evidenziato alcune case pronte per essere restituite ai proprietari e che, con un’apposita ordinanza, potrebbero già tornare ad essere abitate da oggi, venerdì 17 gennaio.
Il prossimo incontro, che sarà solo per l’utenza che ha subito danni ai beni, in molti sperano che possa dissipare i tanti dubbi sul risarcimento, domande che ora tolgono il sonno agli abitanti tanto quanto il pensiero di un’altra frana, tanto che qualcuno ipotizza timidamente una delocalizzazione.