“Abbiamo chiarito la totale estraneità di Longarini ai fatti oggetto di contestazione”

E’ durato quasi tre ore l’interrogatorio di garanzia del Procuratore capo facente funzioni arrestato lunedì scorso. L’avvocato Soro: “chi lo accusa dovrà assumersene la totale responsabilità”. Anche per il magistrato, chiesta la revoca dei "domiciliari".
Cronaca

E’ rimasto dinanzi al Gip Giuseppina Barbara per quasi tre ore, Pasquale Longarini. Nell’interrogatorio di garanzia, iniziato poco dopo le 12, dice l’avvocato Claudio Soro, difensore del magistrato per cui il ministro della giustizia Orlando ha chiesto la sospensione, “abbiamo chiarito la totale estraneità del mio assistito ai fatti oggetto di contestazione. Chi lo accusa dovrà assumersene la responsabilità”.

Indagato per favoreggiamento personale e induzione indebita a dare o promettere utilità, nell’ambito di un fascicolo del pubblico ministero Roberto Pellicano sviluppato dalla Guardia di Finanza, Longarini è agli arresti domiciliari da lunedì scorso, 30 gennaio. Così come è avvenuto per l’altro arrestato, l’imprenditore Gerardo Cuomo, la difesa ha richiesto la revoca della misura cautelare, sulla quale è attesa – a giorni – la pronuncia del Giudice per le Indagini Preliminari.

Per il legale di Longarini, “abbiamo portato oggi molti riscontri ed elementi per dimostrare che le cose non stanno nei termini dell’accusa”. Quello tra il magistrato e il titolare del “Caseificio Valdostano” è semplicemente – ha detto il difensore riassumendo la posizione tenuta dinanzi al Gip – “un rapporto amicale che ha coinvolto le rispettive famiglie, anche perché entrambi hanno figli che studiano a Milano”.

Dinanzi al Gip Barbara, Longarini ha quindi respinto “in modo radicale le accuse”. In particolare, rispetto all’ipotesi di aver procurato a Cuomo delle utilità, facendo pressione su un imprenditore alberghiero sotto indagine per reati fiscali, Sergio Barathier, ha “negato di averlo mai indotto a prendere quella fornitura e ha negato, inoltre, di aver avuto con lui contatti illeciti”.

Per Soro, “un interrogatorio esaustivo e completo”. L’unico aspetto di cui il legale non parla con i cronisti è quello del viaggio di Longarini in Marocco, avvenuto nello scorso settembre assieme a Cuomo e ad un altro imprenditore, che per gli inquirenti costituirebbe un’altra utilità indebita, giacché avvenuto “senza spese” per il magistrato. “Il processo servirà per chiarire”, è l’unico commento dell'avvocato Soro in merito.

Quanto allo stato d’animo di Longarini, il suo difensore sottolinea che “l’arresto è stato un fulmine a ciel sereno e un vulnus” e che “l’accusa che più gli ha fatto male è quella di aver rivelato un segreto d’ufficio, avvisando una persona intercettata”.

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