Aci Service, la nomina dell’amministratore unico finisce alla Corte dei Conti

19 Maggio 2022

Un danno erariale da 27mila 700 euro è contestato dalla Procura regionale della Corte dei Conti ai vertici dell’Automobile Club Valle d’Aosta riguardo alla nomina, nel 2018, dell’amministratore unico dell’Aci Service, la società “in house” dell’ente. Nella tesi dell’ufficio inquirente, riconoscendo un compenso (pattuito in 20mila euro annui) per l’incarico affidato a Franco Pastorello, è stato violato un divieto introdotto da un decreto legge del 2012 (il “Semplifica Italia”), che stabilisce la gratuità per le prestazioni di dipendenti pubblici in quiescenza. L’udienza per discutere la causa si è tenuta oggi, giovedì 19 maggio, nella sala conferenze della biblioteca regionale, trasformata per l’occasione in aula giudiziaria.

Assieme a Pastorello sono stati chiamati in giudizio il direttore dell’Automobile Club Fabrizio Turci e il presidente Ettore Viérin. A quest’ultimo, la Procura addebita metà del danno ipotizzato, perché non avrebbe adempiuto al mandato ricevuto dal Consiglio direttivo di verificare l’applicabilità dell’emolumento, proprio alla luce delle norme. Il resto della somma, nella tesi accusatoria, va divisa tra gli altri due convenuti: per omessa vigilanza al direttore Turci e per aver interpretato erroneamente le norme a Pastorello (che, dopo un primo periodo di sospensione del compenso, aveva informato l’assemblea, a fronte di alcuni riferimenti ed atti, di poter operare a titolo oneroso).

Dalle difese del Direttore e del Presidente dell’Automobile Club è giunta una questione di inammissibilità della chiamata in giudizio dei rispettivi assistiti, sollevata sulla base di aspetti formali dell’atto di citazione. Il procuratore Giuseppe De Rosa, in aula, si è opposto alla definizione del merito del giudizio nei confronti dei due convenuti, insistendo nel richiedere una condanna per Pastorello. Dopo aver ricordato che la denuncia era stata presentata dall’Automobile Club stesso, il rappresentante dell’accusa ha richiamato la giurisprudenza in fatto di sindacabilità e ribadito che “secondo la Procura gli Automobile club federati sono soggetti al divieto” stabilito dal decreto.

Per le difese, l’avvocato Francesco Bellocchio (che assiste Turci) ha rilanciato l’inammissibilità della citazione a giudizio, mentre il legale Salvatore Chiofalo (rappresentante di Viérin), nell’auspicio di veder esclusa anche nel merito la responsabilità del suo cliente, ha ricordato che “le norme sui contenimento della spesa pubblica hanno tutte un margine di autonomia per quanto riguarda gli Automobile club”. Infine, l’avvocato Fabrizio Callà, difensore di Pastorello, ha ribadito che la delibera del 2018 che stabilisce l’incarico e fissa il compenso “non è mai stata revocata” e da lì si sviluppa il ragionamento a discarico dell’allora amministratore unico. La sentenza è attesa prossimamente.

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