I dettagli, ad un poliziotto, possono raccontare una storia. Il kosovaro 37enne che, nel primo pomeriggio di ieri, domenica 13 novembre, stava tentando di entrare in Italia dal tunnel del Monte Bianco, a bordo di un’A5 grigia con targa svizzera, era – apparentemente – un cittadino come tanti. In regola con le norme sull’immigrazione (passaporto del suo Paese e permesso di soggiorno francese) ed incensurato. A tradirlo, oltre al “nervosismo” immancabile in qualsiasi resoconto di Questura, uno smartphone volutamente offline, come per non lasciare tracce digitali dei suoi movimenti.
Un segno tutto sommato labile, un dettaglio appunto, ma bastato alla Polizia di frontiera, diretta da Alessandro Zanzi, per volerci vedere più chiaro, decidendo per la perquisizione al mezzo e all’uomo. In quel momento, il secondo particolare rivelatore: all’altezza del passaruota della vettura, i poliziotti (ai controlli, resi più stringenti dall’ondata di attentati in Europa degli scorsi mesi, collaborano anche il Reparto Mobile di Torino e i militari dell’operazione “Strade sicure”) hanno notato delle saldature normalmente non presenti. In quel momento, gli agenti hanno capito di non avere a che fare con un cittadino in viaggio, ma con un corriere della droga: otto panetti di sostanza risultata positiva al reagente per la cocaina, per un totale di 8,6 kg, erano celati in una nicchia ricavata artificialmente all’altezza dei due longheroni dell’auto.
L’uomo è stato quindi arrestato in flagranza di reato. B.H. si trova ora in carcere a Brissogne, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il suo nome non è stato reso noto, perché le indagini proseguono, per cercare di ricostruire chi aspettasse tutta quella cocaina (del sequestro è stata data comunicazione alla Direzione centrale dei Servizi antidroga e alle Squadre mobili sul territorio). “Un quantitativo del genere – ha detto stamane il dirigente Zanzi, in una conferenza stampa convocata in Questura – esclude l’ambito locale, ma rientra nell’approvvigionamento del mercato nazionale”.
Il valore del carico recuperato dalla Polizia potrà essere determinato con più accuratezza quando saranno completate le analisi sulla purezza dello stupefacente. Gli inquirenti, per ora, lo valutano sicuramente superiore al milione e mezzo di euro. Quantità e cifra ne fanno il sequestro più ingente di quelli effettuati di recente al traforo del Monte Bianco. L’ultimo risale a circa 13 mesi fa e permise alle forze dell'ordine di mettere le mani su poco più di 6 kg di droga.