Al terzo giorno in parete, incluse due nottate, vento e nubi hanno dato tregua, consentendo il recupero in elicottero, da parte del Soccorso Alpino Valdostano, dei due alpinisti bloccati sulla punta Margherita alle Grandes Jorasses (4.066 metri, nel massiccio del Monte Bianco). Di 42 e 35 anni, sono stati portati al Pronto soccorso del “Parini” per accertamenti diagnostici. Risultano illesi e in buone condizioni generali.
La telefonata con cui chiedevano aiuto era giunta alla Centrale Unica del Soccorso verso le 8 di lunedì mattina, mattinata in cui l’ondata di maltempo aveva iniziato ad abbattersi sulla zona. Le condizioni avverse hanno però reso impossibile inizialmente volare e nemmeno alcune schiarite successive, con tentativi di raggiungerli sia da parte del Sav, sia del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix, erano andati a buon fine. Stamane, la situazione finalmente ottimale per il recupero.
I due, di nazionalità estone, rimasti in contatto costante con la Cus, avevano riferito di aver trovato una sistemazione “sotto vento” sulla parete, che consentiva una permanenza in relativa sicurezza. Avevano inoltre spiegato, nei diversi contatti con i soccorritori, di essere in condizioni fisiche buone e di non presentare particolari problemi.
3 risposte
Dico solo che si dovrebbe uniformare il soccorso al resto del paese, aprendolo ai volontari (non improvvisati ma gente formata e competente) e non renderlo appannaggio delle guide. Se le condizioni non consentono l’utilizzo delle unità di élite ci va la truppa…
Mi ribolle il sangue pensare che due alpinisti in difficoltà vengano lasciati sulle Jorasses se il maltempo impedisce l’uso dell’elicottero. Non si tratta del Grand Pilier d’Angle (teatro di un soccorso di alcuni giorni fa, obiettivamente molto complesso via terra) ma di un 4000 che permette l’accesso di squadre da terra. Non si può contare SOLO sull’elicottero (mezzo utilissimo, sia chiaro). Sono consapevole che non ci siano più i Gary Hemming (autore di un celeberrimo soccorso sui Drus stante l’inserzia delle guide di Chamonix) ma forse un’organizzazione del soccorso alpino aperta anche ai volontari alpinisti e non solo alle guide alpine permetterebbe qualche intervento in più, fatto di gambe e sudore e solidarietà alpinistica e non solo come attività sanitaria tout court. D’altronde in tutto il resto dell’Italia è così…. Ma qui l’art. 11 della Legge Regionale “Ordinamento delle Guide Alpine” nei fatti riserva loro questa attività (non a caso parla di “tariffe”). Da sempre gli alpinisti sono partiti in aiuto di coloro che sono in difficoltà in montagna per spirito di solidarietà (prendendosi i relativi e grossi rischi), non per avere un’attività remunerata o una vetrina per far vedere quanto si è bravi.
Poteva andare lei. Nessuno glielo impediva