Dal punto di vista della sicurezza informatica, due sono stati gli eventi caratterizzanti dell’anno che si è chiuso ieri. Parliamo dei furti di dati ai danni della società italiana di sorveglianza telematica “Hacking team” (in luglio) e del sito AshleyMadison.com (ad agosto), che si promuove sul web quale “agenzia leader mondiale per incontri discreti tra persone sposate”.
Oltre ad attingere a piene mani, gli hacker penetrati nei due sistemi hanno “liberato” in rete decine di gigabyte delle informazioni trafugate. Se nel primo caso le conseguenze sono state gravi, ma non così evidenti ai non “addetti ai lavori” (oltre a migliaia di mail aziendali, è finito sul web il codice di un software venduto a governi ed agenzie di intelligence di mezzo mondo, per la sorveglianza e l’intercettazione delle attività di computer terzi), il secondo è quello che ha fatto parlare (e scrivere) di più.
Gli hacker del gruppo “The impact team” hanno infatti prelevato dai server della Avid Life Media (la società che gestisce il sito) i dati degli utenti: da quelli anagrafici, alle informazioni di credito, passando per le preferenze di tipo sessuale, indicate dagli iscritti (30 milioni in tutto il mondo) per essere “incrociate” a quelle altrui, così da facilitare l’individuazione di un partner e le promesse “scappatelle”.
Il seme del sospetto germoglia in un nulla, se annaffiato a dovere, e così mogli e fidanzate hanno iniziato, da subito, a chiedersi se mariti e compagni fossero nella lista. La fantasia, però, è l’arma più potente e un po’ tutti, letta la notizia della fuga di dati, hanno fantasticato sul fatto se – vista la popolarità del sito – quel (o quella) collega, potessero essere iscritti, perché appassionati raccoglitori del “frutto del peccato”.
Un tale livello di curiosità è destinato a restare insoddisfatto (nemmeno le testate di gossip più amanti del torbido si sono avventurate a pubblicare stralci dell’elenco, visto l’agguerrito pool legale della Avid Life Media). Però, di recente, la Tecnilogica, una società spagnola che si occupa di estrazioni di dati da basi di ampie dimensioni, ha lavorato sulla distribuzione geografica degli utenti, rendendo disponibile una piattaforma che consente di visualizzarli sulla cartina mondiale, dall’eloquente nome Malfideleco.
Scopriamo così che qualche iscritto c’è anche in Valle d’Aosta. Quanti? Pochi meno di 900, cioé 896. Dove? Sul gradino più alto del podio sale Aosta, con 654 utenti. Quindi, Arvier con 71 e Doues con 47. Seguono Quart (39), Saint-Vincent (22), Courmayeur e Morgex (18 ognuno), La Thuile (16) e Verrès (11).
Alcuni casi stupiscono per il numero, specie se comparato al numero totale degli abitanti di quei comuni. Al riguardo, va detto che la procedura di iscrizione al sito richiede un indirizzo, ma non vi è verifica reale (che avviene solo sull’indirizzo e-mail fornito dall’utente). I numeri potrebbero quindi essere “dopati” da casi di potenziali fedifraghi scaltri nell’inventare una residenza in un tranquillo paesino lontano dalla loro reale abitazione per sviare qualsiasi sospetto. Suona tuttavia singolare che a decine di persone al mondo venga in mente di spacciarsi per “doyar” o per compaesani di Maurice Garin.
L’altro elemento che la cartografia realizzata da “Tecnilogica” consente di valutare è, per ogni località ove compaiono utenti, la percentuale di maschi. La meno elevata si registra a Verrès, con l’81,8% (significa che 8 degli 11 iscritti hanno indicato genere femminile al momento della registrazione) e a seguire troviamo Aosta con il 93.2% (cioé 14 femmine), Doues con il 93,6% (3), Courmayeur e Morgex con il 94.4% (2).
Insomma, al netto di eventuali profili “fake”, cioé farciti da dati inventati, il dato generale è che anche in Valle d’Aosta non manca chi è convinto del motto di AshleyMadison.com: “la vita è breve, concediti un’avventura!”. Quello di dettaglio, viste le percentuali di iscritti maschili, è che mogli e fidanzate fanno bene a non smettere di farsi domande.