Lo scontro tra la Regione e il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna, sugli oltre 17 milioni di euro di riserve chieste da quest’ultimo all’Amministrazione per i lavori di realizzazione dell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, si sposta al tribunale delle Imprese di Torino.
E’ emerso stamane, all’udienza fissata al Tribunale di Aosta, dinanzi al giudice Eugenio Gramola, quando gli avvocati del Consorzio hanno aderito all’eccezione sollevata dall’avvocatura regionale all’atto della costituzione in giudizio. In una memoria depositata una ventina di giorni fa, i legali dell’Ente pubblico avevano infatti sostenuto che la controversia, riguardando un appalto superiore alla soglia dei 5 milioni di euro, trovasse incompetente il Tribunale ordinario aostano e fosse invece materia per quello deputato a decidere sulle controversie tra imprese, appunto a Torino.
La comunanza di visione tra le parti su questo punto ha fatto sì che al giudice Gramola non restasse che cancellare la causa dal ruolo dei procedimenti. Il tribunale delle imprese dovrà riassumerla entro tre mesi, fissando la prossima udienza.
A chiamare la Regione in giudizio era stato il Consorzio cooperative costruzioni, che contesta la contabilità finale dei lavori elaborata dall’Amministrazione. Una causa promossa dopo che si era consumato un primo scontro giudiziario tra le due parti, relativo alla decisione dell’Ente pubblico, adottata nel marzo 2014, di recedere dal contratto con l’impresa.
Il consorzio bolognese, nel 2005 si era aggiudicato i lavori per il secondo e ultimo lotto dell’Area megalitica (per oltre 14 milioni di euro), ma per la Regione, nel dicembre 2013, la società si era rifiutata di eseguire “gli interventi necessari ed indispensabili per la conservazione, integrità e collaudo dell’opera, previsti in una perizia di variante tecnica, senza aumento dell’importo del contratto stipulato”. Da lì, la rescissione del contratto, finalizzata a tornare in possesso del cantiere ed ultimare l’opera, unitamente alla chiusura della contabilità dei lavori eseguiti sino ad allora.
Sull’interruzione del rapporto contrattuale, il Consorzio aveva tentato la strada di un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, che era stato poi respinto. Era quindi scattata, in seconda battuta, la causa civile al Tribunale di Aosta, riguardante le somme iscritte dalla società in contabilità, non riconosciute dalla Regione.
In particolare, l’impresa bolognese chiede di accertare e dichiarare la fondatezza e la congruità “dei valori riportati di 14.622.076 euro oltre alla disapplicazione delle penali per 2.755.720 euro, di condannare la Regione al pagamento dell’importo complessivo di 17.377.796 euro oltre Iva se ed in quanto dovuta, rivalutazione monetaria e interessi per ritardato pagamento e contabilizzazione”.
La Regione aveva deciso di costituirsi in giudizio e la prima udienza era stata fissata per il 15 settembre, con uno slittamento ad oggi, mercoledì 19 ottobre. Nel frattempo, è stata depositata dall’Amministrazione la memoria difensiva in cui si sottolineava (a fronte anche di alcuni precedenti) l’incompetenza della sede aostana visto l’importo dei lavori, aspetto sul quale i legali del Consorzio hanno concordato stamane. La partita continua dunque in trasferta per entrambe le parti.