Si chiudono con la richiesta di giudizio immediato, depositata dalla Procura negli scorsi giorni, le indagini a carico dei due giovani arrestati all’inizio di settembre con oltre dieci chili di eroina, mentre entravano in Italia, dal traforo del Monte Bianco, su un autobus di linea proveniente da Parigi. L’accusa per Petre Ghita, 34enne romeno, e Maris Jansons, 19enne lettone, è di detenzione di sostanza stupefacente. Il reato viene contestato con l’aggravante dell’ingente quantitativo rinvenuto.
Nelle scorse settimane, i due – difesi dagli avvocati Laura Marozzo del foro di Aosta ed Antonio Bernardo di Torino – avevano risposto, in carcere, alle domande del pm Eugenia Menichetti, titolare del fascicolo. L’operazione culminata negli arresti era stata condotta dal Gruppo Aosta della Guardia di finanza, che aveva fatto ricorso anche alle unità cinofile per ispezionare i bagagli dei passeggeri del bus, individuando quelli degli uomini poi finiti in manette.
La droga era nascosta in un doppio fondo dei trolley degli imputati, confezionata in 921 ovuli da undici grammi ognuno, suddivisi in diciassette stecche, tenute insieme da nastro adesivo e da fogli di cartone. Una “palla” di eroina, del peso di oltre quattro etti, era poi stata rinvenuta – sempre grazie ai cani Elix e Blade in servizio al comando regionale delle Fiamme gialle – in una latta di passata di pomodoro sigillata ermeticamente.
Dal Tribunale si aspetta la fissazione del processo dinanzi ad un collegio giudicante. Rappresentando, il giudizio immediato, una procedura basata sul raggiungimento “dell’evidenza della prova” da parte della Procura, tale da superare il “filtro” dell’udienza preliminare, gli imputati hanno però ancora la possibilità di richiedere riti alternativi. In quel caso, il giudizio tornerebbe dinanzi ad un Gup e la data potrebbe modificarsi ulteriormente.