Arrestato per spaccio e tentata estorsione, muratore torna libero dopo la prima udienza del processo

Pasquale Cirelli, 48enne di Saint-Vincent, era stato fermato dai Carabinieri lo scorso 17 giugno e posto ai “domiciliari”. Nell’udienza di oggi, sentiti alcuni testimoni. Il processo aggiornato al 26 gennaio.
Cronaca

Lo scorso 17 giugno, i Carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent lo avevano arrestato, per le accuse di tentata estorsione e spaccio di cocaina nei confronti di una professionista della media valle. Oggi, martedì 24 ottobre, al termine della prima udienza del processo in cui è imputato (tra i reati ipotizzati dalla Procura, per la stessa vicenda, vi è anche l’usura, che viene però contestata in un altro procedimento), Pasquale Cirelli, muratore 48enne di Saint-Vincent, ha ottenuto dal giudice monocratico Marco Tornatore la revoca dei “domiciliari”. Il magistrato ha altresì disposto il divieto di avvicinamento di Cirelli alla donna, nonché ai suoi familiari.

Il processo è stato rinviato al prossimo 26 gennaio. L’udienza di stamane è stata dedicata all’esame dei testimoni dell’accusa. Il sottufficiale dell’Arma occupatosi delle indagini (coordinate inizialmente dal procuratore capo facente funzione Giancarlo Avenati Bassi, con il fascicolo successivamente assegnato al pubblico ministero Eugenia Menichetti) ha ricordato come la vicenda abbia avuto origine dalla segnalazione dei genitori della donna, nel marzo di quest’anno. In particolare, la coppia ha fornito ai Carabinieri “l’elenco degli assegni emessi” dalla figlia all’imputato. Il militare ha quindi spiegato di aver appurato in seguito che quei rapporti economici tra Cirelli e la donna “non erano leciti, perché legati alla cessione di stupefacenti” e che le “dazioni di denaro non erano volontarie”.  

La professionista ha poi ammesso di aver conosciuto l’imputato nel periodo tra il 2014 e il 2015, perché “compravo cocaina da lui”. Inizialmente, gli approvvigionamenti avvenivano “tramite il mio ex compagno”, con cui “facevamo uso dello stupefacente”, poi direttamente. “Pagavo in contanti, – ha aggiunto la testimone – ma se mancava qualcosa veniva ‘segnato’. Entrambi tenevamo conto del mio debito, ma non corrispondeva mai. C’era sempre da litigare. A me risultava chiuso e c’era continuamente del pregresso”. La donna ha riferito di aver “acquistato, all’incirca, una ventina di grammi”, al prezzo di cento euro l’uno. Una spesa totale di 2000 euro, quindi, ma l’imputato “continuava a chiedere assegni per il ‘debito vecchio’”.

Secondo la donna, Cirelli le diceva al riguardo: “non ti metto la corda al collo, però vado in ufficio da tuo padre e faccio casino”. Un argomento di fronte al quale la professionista ha affermato di aver “emesso gli assegni, nell’arco di quattro o cinque mesi”. L’imputato, è proseguito il racconto, ne ha incassati per 30mila euro, ma “la somma che secondo lui restava ancora da pagare era più o meno la stessa”, per un totale complessivo del debito attorno ai 50/60mila euro. In aula è stato sentito anche l’ex compagno della donna, che ha dichiarato di aver ricevuto da “Pasquale, che è un amico” la richiesta di “lasciargli degli assegni in garanzia, dicendomi che lei aveva bisogno di soldi. Non ho ricevuto minacce da lui”.

I genitori della professionista hanno inoltre raccontato che Cirelli una sera aveva suonato al citofono della loro abitazione e che, in un’altra occasione, si era recato sul posto di lavoro del padre, per sollecitare il pagamento degli assegni emessi dalla figlia. In quell’occasione, il genitore aveva chiamato i Carabinieri, ma il dialogo era stato “civile” e quindi aveva poi fatto rientrare l’allerta. In un’ulteriore occasione, è emerso dalle deposizioni, un’altra richiesta era stata avanzata tramite una lettera, il cui contenuto era: “veda di far ragionare sua figlia”. Il legale dell’imputato ha rinunciato ai testimoni chiamati a deporre a sostegno della posizione di Cirelli. La prossima udienza sarà quindi dedicata alle conclusioni di accusa e difesa e dovrebbe pertanto essere quella della sentenza.

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