Accusa e difesa non hanno neppure dovuto discutere, infatti, il giudice monocratico Marco Tornatore ha deciso di applicare l’articolo 129 del codice di procedura penale, che gli consente di interrompere il processo in ogni momento e di assolvere gli imputati. E questa mattina, ha fatto proprio così. Ha assolto “perché il fatto non sussiste” Roberto Rabellino e Bruno Autelitano, entrambi di 48 anni. I due imputati, difesi dal professor Gilberto Lozzi, erano accusati di truffa ai danni della Regione.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Luca Ceccanti, i due imputati, che all’epoca dei fatti erano: Rabellino titolare della società Ati, che aveva l’appalto per il trasporto disabili e Auteliano capo servizio, avrebbero percepito indebitamente pagamenti. Nel mirino della magistratura erano finiti 16.500 viaggi effettuati dalla società. Per l’accusa, i titolari della ditta avevano fatturato viaggi collettivi come viaggi singoli e trasporti mai effettuati.
Il giudice non è stato dello stesso avviso. Infatti, nella lettura della sentenza ha sottolineato come: "già da diversi anni la Regione era a conoscenza del fatto che vi erano una divergenza tra la società e la stessa nell’interpretazione contrattuale sulla fatturazione dei viaggi singoli e collettivi, e nulla ha fatto per sanare la situazione. Non solo. Proprio perché sapeva, aveva trattenuto dai pagamenti complessivamente circa 98 mila euro’’. Per i viaggi mai effettuati, si tratterebbe di 42 trasporti, spiega il giudice, per i quali era già emerso che vi era stato un errore da parte dell’impiegata, e che nessuno voleva frodare l’amministrazione. Da qui l’assoluzione.