"Il problema è di competenza statale, noi non possiamo fare nulla”. Aveva risposto così nei mesi scorsi l’Assessore regionale all’Istruzione, Emily Rini, sulla querelle dei 34 istitutori di ruolo del Convitto regionale Federico Chabod, di cui 9 precari, non inclusi nel processo di riforma della scuola avviato a livello nazionale e regionale.
Una risposta che non deve essere piaciuta agli interessati che hanno deciso, nei giorni scorsi, di rivolgersi al giudice del lavoro affinché venga loro riconosciuto il diritto al riconoscimento del bonus da 500 euro per l’aggiornamento e la formazione professionale.
In particolare la richiesta di 14 educatori al giudice del lavoro del Tribunale di Aosta arriva all’indomani dalla sentenza del Tar del Lazio del 6 luglio che ha accolto il ricorso del personale educativo, escludendo però che il bonus possa essere esteso anche al personale educativo assunto a tempo determinato. Ancora prima, l’8 aprile 2016, il Tribunale Civile di Cassino aveva condannato il Miur al pagamento dei 500 euro annui ad un educatore in servizio presso un Istituto di Istruzione Superiore della provincia di Latina.
L’udienza al Tribunale di Aosta è stata fissata il 3 di agosto, la Regione ha deciso venerdì scorso di costituirsi in giudizio incaricando gli avvocati Riccardo Jans e Francesco Pastorino dell’Avvocatura regionale.