Il comunicato stampa ha un titolo duro, che contiene una critica senza quartiere e che non lascia grande spazio di interpretazione: “Cronaca dello sfascio gestionale della Casa Circondariale Aosta”.
A scriverlo è l’Osapp, l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria che torna alla carica sui problemi del carcere di Brissogne. Nella nota, a firma del Vice segretario Piemonte Valle d’Aosta Carmelo Passafiume si denunciano “tutta una serie di gravi accadimenti in cui un Istituto Penitenziario della Repubblica non merita di sopportare, e soprattutto non merita il personale di Polizia Penitenziaria che vi fa servizio”.
A partire dal “pericolo legionella” segnalato a fine maggio e che, nonostante sia rientrato – con, peraltro, l’inchiesta sull’acqua potabile archiviata – continua a creare dissapori, almeno per la gestione: “Ci riferiamo al caso legionella – scrive Passafiume – ove l’ennesimo Direttore in missione ha gestito l’emergenza in maniera quantomeno discutibile se non altro. Basti pensare che alla data odierna, seppure a suo dire non vi siano pericoli, si continua a distribuire acqua minerale”.
O, ancora, l’Osapp si sofferma sull’aggressione ad un agente: “A fronte della gravità di infrazioni disciplinari e non, commesse dai detenuti, si continano a comminare sanzioni blande. Un esempio? L’aggressione di cui si è reso protagonista un detenuto ai danni di un Agente, prevede, a norma di legge che lo stesso possa permanere in isolamento in attesa di giudizio disciplinare. Si è preferito spostare il collega, forse per non irritare il detenuto. Che dire poi delle petizioni dei detenuti, volte ad ottenere la rimozione di un collega troppo zelante. Detenuti accontentati, e collega spostato ad altro servizio. E quando saranno finiti gli Agenti di Polizia Penitenziaria, chi sposterà?”.
Poi Passafiume si rivolge direttamente al Direttore in Missione Giorgio Leggeri: “Perché continua ad ignorare la nostre richieste di incontro, lei ed il Provveditore Regionale, cosa aspettate? Che i detenuti prendano il controllo dell’istituto, se già non lo hanno fatto”.
Ma non solo: “Il divieto d’incontro è di uso comune sì… ma fra detenuti. Alla Casa Circondariale di Aosta è stato istituito fra detenuti e personale. Caso unico in Italia. Che strano però quando le minacce hanno interessato un Funzionario Civile il detenuto è stato trasferito immediatamente, strano davvero”.
Poi l’appello alla Regione: “Non possiamo che chiedere aiuto alla politica regionale soprattutto a chi ha sempre dimostrato sensibilità verso i problemi della Polizia Penitenziaria. Chiediamo siano fatte pressioni nelle sedi opportune affinché vengano risolte o attenuate le problematiche indicate, con la speranza che non sia troppo tardi”.