Caso Cogne: gli avvocati chiedono di annullare la sentenza di condanna

In 180 pagine di ricorso. L'avvocato Paolo Chicco: "ai test svolti sull'analisi delle macchie di sangue è stata data troppa affidabilità". Critiche anche alla perizia psichiatrica: "La sindrome ansiosa è frequente, ma non siamo circondati da assassini"
Cronaca

I difensori di Anna Maria Franzoni hanno chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza con cui, lo scorso 27 aprile, la Corte d'assise d'appello di Torino ha condannato a 16 anni di carcere la mamma di Cogne accusata di avere ucciso il figlio Samuele Lorenzi. Le 180 pagine del ricorso evidenziato molteplici singolarità e illeggitimità legate al processo. Paolo Chicco, l'avvocato che ha redatto il lungo documento del ricorso e titolare dello studio in cui lavora Paola Savio, avvocato difensore della Franzoni, evidenzia tra le altre cose che ai test svolti sull'analisi delle macchie di sangue che hanno portato la Corte a pronunciarsi per la colpevolezza della mamma di Cogne, è stata data troppa affidabilità. Aggiungendo, inoltre, che è la prima volta che tale analisi entra come strumento scientifico in un'aula di tribunale. Le critiche sono riservate anche alla perizia psichiatrica le cui conclusioni degli specialisti sono state accolte dai giudici con "massime di comune esperienza" e considerazioni di "psicologia ingenua" evidenzia ancora l'avvocato Chicco. "La sindrome ansiosa è frequente ma non vuol dire che siamo circondati da assassini!" ha evidenziato Chicco, citando dati Istat del 2006 secondo i quali il 3,9% dei valdostani è affetto da nevrosi.

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