Caso Morandini: forse due le armi del delitto

In attesa dei risultati dei RIS, continuano le indagini dei Carabinieri che lavorano sul caso proseguendo gli interrogatori e controllando i tabulati telefonici. Forse in settimana il funerale della vittima.
La casa di Paolo Morandini
Cronaca

Un bastone e la pala di un vecchio ventilatore. Potrebbero essere questi gli oggetti utilizzati dall’assassino di Paolo Morandini, nella notte di venerdì 29 aprile scorso, per compiere il brutale delitto, colpendo lo scultore con violenza prima sulla schiena, poi al volto e sul collo.

In attesa dei risultati sui rilievi effettuati la scorsa settimana dai RIS, il Colonnello Guido Di Vita, comandante dei Carabinieri di Aosta, non si sbilancia: “Per il momento non confermo e non smentisco le ipotesi sull’arma, o le armi, del delitto”.

Due oggetti per due aggressori? Anche in questo caso, la risposta arriverà dagli specialisti di Parma che sono al lavoro per individuare anche la presenza di eventuali impronte digitali sulla scena del crimine. All’esame ci sarebbero anche alcune tracce, forse delle orme, ritrovate di fronte all’abitazione di Morandini. “I RIS hanno senz’altro rilevato qualcosa in quella zona – ha aggiunto Di Vita – ma per ora, non possiamo dire di più”.

Bocche cucite quindi da parte degli inquirenti, che continuano a lavorare sul caso proseguendo gli interrogatori e controllando i tabulati telefonici. Nel frattempo, il Passage du Verger è di nuovo accessibile: i carabinieri hanno tolto i nastri che delimitavano l’area, l’appartamento resta invece sotto sequestro giudiziario. Le sculture e gli oggetti della vittima sono stati consegnati al figlio, mentre la salma di Paolo Morandini potrebbe essere restituita alla famiglia in settimana.

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