Condannato l’uomo che ha gambizzato un suo – ex – amico

Quattro anni di carcere Salvatore Ierace accusato di aver sparato ad Antonino Verduccio la notte del 3 marzo 2007. Verduccio aveva negato, ma ad incastrare Ierace è stata una telefonata.
Tribunale di Aosta
Cronaca

Era accusato di aver gambizzato un suo – ex – amico. Per lesioni personali, quest'oggi, venerdì 30 ottobre, il giudice monocratico di Aosta, Marco Tornatore, ha condannato a quattro anni di carcere (a mille euro di multa e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni), Salvatore Ierace, di 56 anni, di Quart. Il pm, Luca Ceccanti, aveva chiesto una condanna a due anni e 4 mesi.

"Si parla di un movente per gelosia – spiegano durante le arringhe finali, i difensori di Ierace, Piercalo Botto, del foro di Torino e la collega Veronica Menegatti, del foro di Aosta – ma non è assolutamente plausibile. La sparatoria è stata calcolata nei minimi particolari, mentre i delitti passionali sono d'impeto. Bisogna ricercare il movente in altri ambienti, ai quali il nostro assistito non appartiene. Del resto, lo stesso Verduccio (Antonino Verduccio, di 58 anni, di Aosta, la parte offesa, ndr) ha sostenuto in aula che non può essere stato Ierace, e che non avevano mai discusso".

Verduccio era stato gambizzato la notte del 3 marzo 2007. "Quella sera ero andato a giocare a carte – aveva raccontato Verduccio in aula – al bar Saint-Martin de Corléans ad Aosta, poi verso le 1 del mattino un uomo è entrato, era a volto coperto. Ho solo sentito i cinque colpi, che mi hanno preso alle gambe e caviglia. Non l'ho visto in faccia, non so proprio chi possa essere stato. Io e Ierace ci conosciamo da anni, siamo in buoni rapporti. Ci siamo visti anche dopo che mi hanno sparato. Non era in programma che andassi in quel bar, la sera sono uscito di casa e mi sono recati lì. Poi mi sono fermato. Ricordo poco di quei momenti, si è svolto tutto molto rapidamente".

I familiari di Ierace hanno testimoniato di essere andati tutti a mangiare insieme al ristorante e poi di essere rientrati a casa dopo le 23 e di essere andati a dormire. "Durante il processo – spiega il pm Ceccanti, durante la requisitoria – i familiari di Ierace hanno dichiarato di essere andati tutti insieme al ristorante. Peccato, che due anni prima, quando i fatti erano appena avvenuti e i ricordi sicuramente più freschi avevano dato un'altra versione dei fatti".

Ma non solo. Per l'accusa, ad incastrare Ierace è stata una telefonata, in cui lo stesso ammette di aver sparato a Verduccio.

Le indagini erano state svolte dagli uomini della squadra mobile della Questura di Aosta. Le motivazioni saranno rese note tra quaranta giorni.

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