La Corte di appello di Torino conferma la sentenza di primo grado: il Comune di Aosta dovrà pagare poco meno di 50mila euro al Direttore della Banda municipale del capoluogo Rocco Papalia. Il 5 luglio scorso è stata depositata la sentenza di secondo grado. L'Amministrazione comunale dovrà pagare inoltre le spese di giudizio di primo, secondo grado e della Corte di giustizia europea.
La causa di lavoro era stata intentata dal maestro Papalia nel 2012 e patrocinata dall'avvocato del Foro di Aosta Federico Mavilla. Il Direttore era stato assunto, dal 1983, con contratti a tempo determinato ed era proprio contro l'illegittimità del ricorso alla reiterazione di questo strumento, che il ricorso mirava. Il giudice del lavoro aveva accolto il principio, condannando il Comune a pagare 108.121 euro a Papalia, di cui 68.870 a titolo di risarcimento danni e 39.251 quali differenziali retributivi dalla data di assunzione del primo contratto determinato ritenuto illegittimo. Sentenza poi ribaltata in secondo grado ma nel frattempo il Comune fa lavorare Papalia per sei mesi senza contratto (da gennaio a giugno 2013).
Da qui una seconda causa con la decisione della difesa del Maestro di sollevare la questione pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia europea. Il pronunciamento dei magistrati di Lussemburgo arriverà nel gennaio 2014 e farà giurisprudenza sulla situazione del precariato nella pubblica amministrazione.
Forte di quel pronunciamento, e di una sentenza emanata nel frattempo dalle sezioni unite, l'avvocato Mavilla riassume la causa davanti al Giudice del lavoro e nell’agosto 2016 si vede dare ragione da Gramola che condanna l'Amministrazione cittadina a versare al professionista dodici mensilità dell'ultima retribuzione di fatto, oltre all'ultima mensilità del periodo di servizio non ancora corrisposta (giugno 2013). Sentenza confermata nei giorni scorsi dal collegio presieduto da Gloria Pietrini. All'Amministrazione comunale rimane ora l'ultima carta della Corte di Cassazione.
“La sentenza è provvisoriamente esecutiva – spiega l’Avvocato Mavilla – Stiamo valutando con il mio assistito se chiedere al Comune l’immediato pagamento”.
