Consulta: illegittimi i rinvii degli aumenti dei pedaggi autostradali per Aosta–Traforo del Monte Bianco

La Consulta, pronunciandosi sul ricorso del Consiglio di Stato, ha sottolineato che i provvedimenti legislativi hanno alterato l’equilibrio contrattuale tra Stato e concessionario, creando vantaggi per l’amministrazione a discapito della società.
A5 Monte Bianco
Cronaca

Gli articoli di legge che hanno rinviato l’adeguamento delle tariffe autostradali per gli anni 2020 e 2021 sull’Aosta–Traforo del Monte Bianco, gestita da RAV, sono illegittimi. A stabilirlo è stata la Corte costituzionale, pronunciandosi sul ricorso del Consiglio di Stato che denunciava la lesione della libertà di impresa e dell’utilità sociale.

Secondo la Consulta, i differimenti non erano né urgenti né necessari e hanno ostacolato la continuità dell’azione amministrativa, impedendo a RAV di aggiornare correttamente le tariffe previste dalla convenzione e dai Piani economico-finanziari (PEF). Il rinvio ha generato incertezza sulla disponibilità dei fondi e compromesso la pianificazione economica della società, limitando la libertà d’impresa.

La Corte ha esteso la dichiarazione di illegittimità anche ai rinvii previsti per gli anni 2022 e 2023, sottolineando che i provvedimenti legislativi hanno alterato l’equilibrio contrattuale tra Stato e concessionario, creando vantaggi per l’amministrazione a discapito della società, senza un reale interesse pubblico a giustificarlo. Il differimento dei termini, inoltre, non rispettava il principio del “pay for use”, secondo cui l’adeguamento tariffario dovrebbe corrispondere all’effettivo uso dell’infrastruttura e agli investimenti effettuati.

Con la scadenza nel 2013 del Piano economico-finanziario (PEF), lo Stato aveva negato a RAV gli aumenti richiesti per mancanza di PEF aggiornato. Provvedimenti poi annullati dal TAR Valle d’Aosta, che ha riconosciuto il diritto della concessionaria a ottenere l’adeguamento tariffario annuale previsto dalla Convenzione, indipendentemente dall’aggiornamento del PEF.

La Consulta ha osservato che le concessioni autostradali hanno natura contrattuale: il procedimento per l’adeguamento delle tariffe non può essere modificato unilateralmente dal legislatore a svantaggio della società, alterando l’equilibrio contrattuale senza un interesse pubblico effettivo. Lo sbilanciamento del rapporto concessorio, ha sottolineato la Corte, viola anche l’articolo 41 della Costituzione e può avere conseguenze negative sull’infrastruttura, sulla sua manutenzione, efficienza e sicurezza.

Infine, la Corte ha precisato che l’istituzione dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e le sue delibere sui criteri tariffari avrebbero comunque impedito aumenti ingiustificati, garantendo così un adeguamento equilibrato e trasparente delle tariffe.

3 risposte

  1. Tiziano hai perfettamente ragione, una vergogna.
    Vediamo se la nuova giunta almeno per i residenti penserà a scontare le tariffe a prescindere dai transiti..(non so perché ma ho grossi dubbi..)
    Vergogna!!

  2. Bravi!! Non vi basta essere il tratto autostradale più caro d Italia,volete anche il record europeo!!! Una vergogna!!! Ci sono più interruzioni che tratti liberi,vogliamo parlare dei giorni precedenti pasqua, quando per fare quattro km dopo Quincinetto ci abbiamo messo 6 ore! e hanno avuto il coraggio di farci pagare il percorso!!!!!!

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