Controllato dopo la lite in strada, gli trovano un coltello: denunciato

E’ accaduto nel pomeriggio di ieri, attorno alle 16, in via Festaz ad Aosta. Le due persone si sono confrontate anche nel mezzo della carreggiata stradale. Arrivate le forze dell’ordine, nei controlli su uno dei due è spuntato l’oggetto.
Lite via Festaz
Cronaca

Intervento delle forze dell’ordine, nel pomeriggio di ieri, lunedì 13 febbraio, attorno alle 16, in via Festaz ad Aosta, a seguito di una lite tra due persone. Secondo quanto notato da diversi testimoni, i due avrebbero iniziato a litigare per motivi futili e si sono affrontati pure nel mezzo della carreggiata stradale, anche brandendo un legno. Sul luogo sono arrivati Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia locale, con i primi a procedere agli accertamenti sull’accaduto.

Non essendo state riscontrate lesioni, e trattandosi eventualmente di fatti perseguibili su querela degli interessati, al momento non sono scaturiti provvedimenti in merito all’episodio. Durante le verifiche, in tasca ad uno dei coinvolti, un 60enne italiano, è stato trovato un coltello (che non aveva estratto durante l’alterco). Nei confronti dell’uomo è scattata così la denuncia per il porto di arma od oggetto atto ad offendere.

4 risposte

  1. Ma è difficile capire che se le forze dell’ordine non divulgano il nome,il giornalista non può inventarselo!!!!

  2. È vero…Quando si tratta di italiani non si fa il nome, ma degli stranieri si! Ma che giornalismo è mai questo?

    1. Mi stupisco per questa affermazione che va in senso contrario alla realtà: quando ci sono stranieri di mezzo, spesso non viene neanche detto che siano tali.
      In effetti, in base alla Carta di Roma il codice deontologico su richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta e migranti raccomanda al giornalista un uso della nazionalità con maggiore responsabilità e consapevolezza rispetto a quanto avviene attualmente. Si raccomanda di non citare l’origine etnica, religiosa o la nazionalità di migranti, richiedenti asilo o rifugiati se arrestati o colpevoli di reati nei casi in cui tale informazione non sia essenziale alla comprensione della notizia , soprattutto nella titolazione, per non “indurre così ‘sentimenti di terrore, paura o caos nell’opinione pubblica’, come anche suggerito dal Consiglio d’Europa”.

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