Corruzione di un necroforo all’ospedale di Aosta, la Cassazione annulla la condanna

23 Giugno 2022

Al termine dell’udienza di ieri, mercoledì 22 giugno, la sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio, perché “il fatto non sussiste”, la sentenza impugnata da Valter Chenal (60 anni, Pollein), che era stato condannato per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. L’indagine da cui erano emersi i fatti oggetto del processo era “Undertaker”, condotta dalla Procura di Aosta e dai Carabinieri, che riguardava il versamento di somme, da un impresario funebre a necrofori dell’ospedale di Aosta, affinché “consigliassero” ai familiari dei deceduti di rivolgersi a quell’azienda.

In primo grado, conclusosi mercoledì 31 marzo 2021 al Tribunale di Aosta, Chenal – al tempo operatore della camera mortuaria per l’Usl della Valle d’Aosta – aveva chiesto al Gup di essere giudicato con rito abbreviato. Gli erano stati inflitti 1 anno e 11 mesi di reclusione. L’impugnazione della sentenza aveva visto una sostanziale conferma in Corte d’Appello, nel successivo grado di giudizio. Assistito dagli avvocati Davide Sciulli e Jacques Fosson, Chenal convinto della sua estraneità agli addebiti aveva riproposto il ricorso in Cassazione, ottenendo il verdetto favorevole pronunciato ieri, che assume carattere definitivo.

“Esprimo grande soddisfazione per la conclusione di una vicenda annosa – sottolinea il legale Sciulli – che ha visto riconoscere le ragioni che sostenevamo da sempre, restituendo l’onorabilità al mio cliente”. Stando agli inquirenti, che avevano svolto numerose intercettazioni e servizi di osservazione, Chenal nell’estate 2019 aveva ricevuto per due volte una somma di denaro, quantificata in “circa 2/300 euro”, dall’impresario funebre Ennio Max Carlo Théodule  (67, Nus), socio dell’impresa “Onoranze funebri Théodule E. sas”, affinché indirizzasse “i parenti di persone decedute a servirsi” della sua ditta.

Gli altri due coinvolti nella vicenda avevano scelto, nell’udienza preliminare al Tribunale di Aosta, la strada del patteggiamento. A Théodule, accusato di corruzione e di istigazione alla corruzione, il Gup aveva applicato una pena di 1 anno e 11 mesi di reclusione. Michel Agostino (37, Aosta), altro operatore necroforo al tempo, era risultato non aver accettato l’offerta di denaro dall’impresario, ma dalle indagini era emerso dedito al traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, talvolta anche “durante il suo turno di servizio in ospedale”. Aveva quindi patteggiato un anno e 10 mesi di carcere per spaccio e falsa attestazione della presenza in servizio.

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