Corruzione sotto il Cervino, il Comune di Valtournenche si costituirà parte civile

La decisione è arrivata nei giorni scorsi dalla Giunta comunale del paese che ha deciso di affidarsi all'avvocato Davide Richetta del Foro di Torino, che ha già assistito il Comune nella fase delle indagini preliminari.
Fabio Chiavazza.
Cronaca

Il Comune di Valtournenche si costituirà parte civile nell’udienza preliminare del 4 dicembre per l’inchiesta “Do ut des”. La decisione è arrivata nei giorni scorsi dalla Giunta comunale del paese, che ha deciso di affidarsi all’avvocato Davide Richetta del Foro di Torino, che ha già assistito il Comune nella fase delle indagini preliminari.

“Qualora accertati, i reati contestati agli imputati ” ricorda la delibera l’Amministrazione comunale avrebbe diritto “risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, compresi quelli derivanti dalla lesione dell’immagine”.

Il pm Luca Ceccanti ha chiesto al Gup del Tribunale il rinvio a giudizio dei diciotto coinvolti nell’inchiesta “Do Ut Des”, su una serie di episodi corruttivi aventi come “epicentro” la Valtournenche. Ad investigare sono stati i Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent, mettendo a fuoco vari “filoni” del “dare e avere” che, secondo loro e la Procura, ha sconvolto la vita amministrativa all’ombra del Cervino, per un totale di diciannove capi d’imputazione.

Il principale riguarda il presunto “addomesticamento” di gare e incarichi, da parte del capo ufficio tecnico del Comune di Valtournenche dal 2015, Fabio Chiavazza (49 anni, di Cuneo), che ha trascorso praticamente sei mesi in carcere, rispondendo “picche” ai due tentativi d’interrogatorio del pubblico ministero. Le accuse per lui sono di corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente ed abuso d’ufficio. In particolare, l’uomo si sarebbe “adoperato” a beneficio dei tre soci della “Edilvu”, impresa di Challand-Saint-Victor: Loreno Vuillermin (68), Ivan Vuillermin (44) e Renza Dondeynaz (64).

L’imputazione dei tre è di corruzione (avrebbero versato al “sodale” Chiavazza oltre 50mila euro) e turbativa d’asta. Da quanto appurato, l’alterazione del normale corso degli appalti sarebbe avvenuta anche attraverso “cartelli” tra partecipanti, anticipatamente consapevoli che sarebbero stati invitati ad effettuare offerte. Al riguardo, nel mirino degli inquirenti è finita la gara per i servizi tecnici della galleria di Etroubles, bandita dall’Anas, della cui alterazione sono accusati i liberi professionisti Corrado Trasino (54, Saint-Christophe), Stefano Rossi (54, Piacenza), Rosario Benincasa di Caravacio (51, Torino) e il funzionario dell’azienda stradale Adriano Rosario Passalenti (43, Saint-Nicolas).

La stessa imputazione è avanzata, per vari altri episodi esaminati durante l’inchiesta (che ha visto anche sequestri, perquisizioni e intercettazioni ambientali e telefoniche), all’architetto Ezio Alliod di Verrès, alla dipendente dell’ufficio tecnico dei lavori pubblici del comune sotto la “Gran Becca” Cristina Camaschella, al legale rappresentante della “Bertini Aosta srl” di Issogne Nicolò Bertini, all’ingegnere Giuseppe Zinghinì, nonché all’artigiano di Verrès Stefano Trussardi.

Chiude il quadro delle imputazioni la ristrutturazione del bar “Rocce Nere”, sulle piste di Cervinia, ritenuta dagli inquirenti anzitutto “figlia” di un patto indebito tra Chiavazza e il presidente della “Cervino Spa” (proprietaria dell’immobile) Federico Maquignaz, da cui la contestazione – per entrambi – di concorso in abuso d’ufficio. I due sono anche accusati, assieme a coloro che hanno preso parte al ciclo dell’opera – vale a dire il direttore dei lavori Marco Zavattaro (48, Quart), l’amministratore unico della “Ivies Spa” Enrico Giovanni Vigna (64, Quincinetto), nonché gli amministratori di due ditte subappaltatrici: Ivan Voyat della “Edilvi Costruzioni Srl” (52, Gressan) e Luca Frutaz della “Chenevier SpA” (44, Saint-Pierre) – della violazione del testo unico sull’edilizia.

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