La sospensione dell’attività giudiziaria, causa l’epidemia del nuovo Coronavirus, ha provocato il rinvio del processo, previsto originariamente per oggi, mercoledì 22 aprile, dinanzi alla terza Sezione d’appello della Corte dei Conti, sui 140 milioni di finanziamenti erogati dalla Regione al Casinò tra il 2012 e il 2015. L’udienza, come comunicato alle parti coinvolte, si terrà il 14 ottobre prossimo.
Il procedimento, alla Sezione giurisdizionale della Valle d’Aosta, si era chiuso il 25 ottobre 2018, con 18 consiglieri regionali (in carica ed ex) condannati a risarcire l’amministrazione regionale per un totale di 30 milioni di euro. Inizialmente, l’indagine lanciata dall’allora procuratore regionale Roberto Rizzi coinvolgeva 21 politici e un dirigente regionale. Per quest’ultimo, e per altri tre convenuti in giudizio, era scattata l’assoluzione.
La tesi dei giudici di piazza Roncas era che, su quattro atti di erogazione adottati da Giunta e Consiglio finiti all’attenzione degli inquirenti (ad indagare era stato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza), solo parte dell’importo di uno (la ricapitalizzazione votata dall’Assemblea regionale nell’ottobre 2014) integrasse danno, mentre gli altri – rappresentando finanziamenti sotto forma di mutui, quindi con la loro restituzione in previsione – no.
Una tesi che non ha convinto l’attuale procuratore contabile Massimiliano Atelli, che ha presentato l’atto di appello, convinto che il tema centrale del giudizio non fosse la restituzione, o meno, delle rate, ma “se l’idea di impiegare liquidità nel tentativo di rilancio della Casa da gioco fosse, per le condizioni in cui in quel momento versava, un tentativo utile, o ormai già un tentativo inutile”. Alla vicenda si è poi aggiunto l’aspetto del credito da oltre 48 milioni di euro “postergato” dalla Casinò de la Vallée nell’ambito del concordato intrapreso.
Tale voce era stata segnalata alla Procura generale contabile dal Presidente del Tribunale Eugenio Gramola e dal giudice delegato Marco Tornatore. Atelli, di conseguenza, aveva inviato a Roma, in vista proprio del giudizio d’appello, una segnalazione di possibile danno erariale per la somma del credito “postergato” (che, nel mentre, con un disegno legge del Consiglio Valle, è stata trasferita nel patrimonio della Casa da gioco, attraverso l’emissione di uno “Strumento finanziario partecipativo”).
Temi sui quali avrebbe dovuto incentrarsi l’udienza di oggi, che a questo punto vanno “in pausa” fino ad ottobre (e per quasi tutti i coinvolti è ancora in essere, per quanto con importi rivisti rispetto agli addebiti originari, il sequestro di beni e depositi scattato il 7 marzo 2018).