Crack Eurovie: processo rinviato per mancanza di giudici

Solo uno dei giudice in forza al tribunale di Aosta era compatibile, quindi bisognerà aspettare l'inizio del mese prossimo, quando arriveranno due togati nuovi. Si tratta di Marco Tornatore, che arriva da Ivrea e di Anna Bonfilio, da Milano.
il processo eurovie
Cronaca

Doveva iniziare ieri mattina, mercoledì 7 maggio, il maxi processo per il crack di Eurovie Costruzioni. Ma, a casua dell’incompatibilità di due giudici su tre, il processo è stato rinviato a data da definire.

Infatti, solo un giudice in forza al tribunale di Aosta è compatibile, quindi bisognerà aspettare l’inizio del mese prossimo, quando arriveranno due togati nuovi. Si tratta di Marco Tornatore, che arriva da Ivrea e di Anna Bonfilio, da Milano. Per cui, la prima udienza per il processo è prevista per l’autunno prossimo.

Ad ottobre dello scorso anno, l’udienza preliminare si era conclusa con due patteggiamenti e tredici rinvii a giudizio. Avevano patteggiato, un anno e due mesi, Giuliano Follioley, 77 anni di Pavone Canavese, e un anno e sei mesi Giovanni Montalbetti, 49 anni di Hône.

Per Follioley l’accusa era di bancarotta mentre Montalbetti era accusato di turbativa d’asta e false fatturazioni. Il giudice Maurizio D’Abrusco aveva poi disposto il rinvio a giudizio, per gli altri tredici imputati. Si tratta di: Jean Carbonelli, 47 anni di Aosta; Dario Consol, 41 anni di Donnas; Paolo Anselmo, 50 anni di Aosta; Mario Boidi, 78 anni commercialista di Torino; Giorgio Fagiano, 46 anni di Chiaverano; Maggiorino Beltrami, 71 anni; Rudi Santin, 50 anni di Montalto Dora; Raffaella Cataneo, 52 anni; Patrizio Parisio, 44 anni di Donnas; Walter Pramotton, 521 anni di Donnas; Luciano Cagnassone, 71 anni di Torino; Angelo Cipullo, 68 anni di Caserta e Emanuele Tasca 46 anni di Treviso. Per loro le accuse vanno dalla bancarotta fraudolenta e semplice alla turbativa d’asta, dal falso all’omessa denuncia, dal rifiuto di atti di ufficio a false fatturazioni.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti, è iniziata a fine 2003 e si è sviluppata su tre filoni: la distrazione di capitali dai bilanci, la concessione di finanziamenti per almeno 10 milioni di euro alla stessa società da parte di Finaosta (la finanziaria della Regione Valle d’Aosta) e la vendita all’asta di Eurovie, acquisita dalla Socea e poi ceduta alla Piemonte Costruzioni. La procura di Aosta ipotizza varie irregolarità nei bilanci della società commesse tra il 1995 e il 1999, con la presunta sottrazione di centinaia di milioni di euro dalle casse che sarebbero finiti in banche estere, forse in qualche paradiso fiscale.

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