Per la morte dell’agente forestale Rudy Giuliano Rivelli, 42 anni, avvenuta nel febbraio del 2011, due ispettori del Corpo forestale valdostano – i comandanti delle stazioni del corpo forestale valdostano di Pré-Saint-Didier, Maurizio Zardo 51 anni di Villeneuve e Valter Borney di 55 anni – sono sotto processo con l’accusa di omicidio colposo in concorso. Rivelli il 15 febbraio scorso mentre rientrava dall’osservazione di un nido di Gipeto, nel vallone di Chavanne, nei pressi del Colle del Piccolo San Bernardo, a circa 2.100 metri di quota, scivolò cadendo per alcune centinaia di metri in mezzo a neve e rocce. Il corpo dell’uomo fu recuperato dal Soccorso alpino valdostano solo in tarda serata.
Le accuse ruotano attorno all’ipotesi che Rivelli non avrebbe dovuto recarsi da solo a svolgere quel compito in un luogo isolato e nella stagione invernale e sull’eventualità – emersa a seguito della consulenza tecnica del pm svolta dal professor Francesco Viglino – che non fosse morto sul colpo (e che dunque avesse potuto essere salvato se ci fosse stato un altro agente con lui).
Per la difesa invece l’agente era esperto e qualificato per quel compito, si era recato in una zona coperta dalla rete cellulare (che se non fosse deceduto sul colpo avrebbe potuto impiegare per chiamare i soccorsi) e – secondo la consulenza tecnica di parte svolta dal medico legale Maurizio Castelli – sarebbe morto subito dopo l’incidente. Dopo la richiesta di archiviazione della procura, le indagini sono state riaperte su istanza della famiglia di Rivelli, la quale nel frattempo è stata risarcita e che ha deciso di non costituirsi parte civile.
Questa mattina il giudice monocratico Marco Tornatore ha rinviato l’udienza al prossimo 8 novembre per ascoltare due ispettori forestali in relazione alle modalità con cui sono svolti i compiti che erano stati assegnati all’agente Rivelli.
