“Il fatto che gli impianti sciistici siano chiusi e che molti rifugi siano chiusi limita già l’attività e la presenza in montagna, ma è comunque importante evitarla in questo periodo”. A parlare è Paolo Comune, direttore del Soccorso Alpino Valdostano, in prima linea nell’aiuto in elicottero ad alpinisti, scialpinisti e quanti altri frequentano le cime della Valle.
Il punto non è tanto nelle risorse tecniche e sanitarie del sistema di intervento, “che sono dedicate e quindi le missioni che si rendessero eventualmente necessarie sono garantite”, ma su quanto “un recupero di un ferito in montagna (e spesso si tratta di traumi importanti, ndr.) impatterebbe sul sistema sanitario regionale”, cui vanno evitati il più possibile aggravamenti nel momento in cui è chiamato a fronteggiare un’emergenza.
Al di là del fatto che gli spostamenti per discipline come lo scialpinismo e le ciaspole (per limitarsi a due esempi) non rientrano tra quelli di stretta necessità consentiti dal decreto di lunedì scorso (e quindi espongono alle possibili conseguenze), anche chi abita in alta montagna e magari potrebbe muoversi da casa – è la raccomandazione di Comune – eviti di dedicarcisi. Un sistema sanitario sgravato da contingenze evitabili, in una fase del genere, è una garanzia per tutta la comunità. Insomma, #iostoacasa.