Si chiude la vicenda sul presunto danno erariale relativo all’ex Palaghiaccio di Ayas, ora riconvertito in centro termale. Confermando la sentenza di primo grado, la seconda sezione centrale della Corte di Appello ha prosciolto, per intervenuta prescrizione, i dirigenti regionali Ercole Balliana, Edmond Freppa e gli ex assessori al turismo e ai lavori pubblici Gino Agnesod e Claudio Lavoyer. La procura regionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta aveva proposto appello contro l’assoluzione di primo grado chiedendo la condanna dei quattro al pagamento di 587mila euro.
La vicenda era emersa a seguito dello smantellamento del macchinario per la produzione del ghiaccio. La procura contestava a Balliana, Freppa e ai due ex Assessori “di non aver curato con grave negligenza che le spese sostenute per la realizzazione dell’impianto per la formazione del ghiaccio e per le attrezzature occorrenti per la pista di pattinaggio, mai utilizzata, fossero messe a profitto della collettività”.
L’impianto di refrigerazione era stato collaudato, parzialmente, nel 1996. Due anni dopo la Giunta regionale dell’epoca aveva approvato la cessione in comodato dell’immobile per un anno, tacitamente rinnovabile, al Comune di Ayas e, su proposta dei due assessori, aveva acquistato gli arredi e le attrezzature varie per il funzionamento della struttura. Nel 2004 arrivò la decisione di smantellare l’impianto, costato 8,2 miliardi delle vecchie lire, e quattro anni dopo di riconvertirlo in centro di benessere e ricreativo.
Nell’assoluzione di primo grado i giudici avevano attribuito il presunto danno non alla condotta della Regione “che aveva fornito al comodatario un’opera idonea allo scopo” ma al Comune di Ayas, “che, pur inizialmente interessato alla stessa, non si era attivato per la gestione effettiva, informando la Regione delle difficoltà operative e non aveva restituito il bene per impossibilità di gestione”.
Secondo i giudici di secondo grado la prescrizione è scattata “per quanto riguarda il danno derivato dalla inutilizzazione dell’impianto di refrigerazione” nella data del colIaudo dell’aprile 1996, “che segna il momento in cui l’inutilizzabilità si era resa manifesta, non potendosi considerare l’impianto di refrigerazione ultimato, stante il collaudo solo parziale”.
“Rispetto all’interesse pubblico – si legge ancora nella sentenza – l’impianto è risultato inutilizzabile sin dal collaudo parziale, a nulla rilevando che il Comune di Ayas abbia utilizzato in misura limitata l’opera, avvalendosi dell’impropria formazione del ghiaccio, mediante getto dell’acqua sulla pista, nel periodo invernale, visto che secondo il progetto il ghiaccio avrebbe dovuto essere generato artificialmente dall’apposito macchinario”.