Fabrizio Pilatone e Alessandro Savio restano agli arresti domiciliari
09 Aprile 2008
Restano agli arresti domiciliari il segretario comunale di Challand-Saint-Anselme, Fabrizio Pilatone, 45 anni di Ivrea e l’architetto di Valperga Alessandro Savio. I due sono stati sentiti ieri mattina, dal gip di Aosta, Maurizio D’Abrusco per l’interrogatorio di garanzia. Sia Pilatone che Savio sono accusati di concorso in corruzione. Entrambi, hanno scelto la linea del silenzio. Pilatone, difeso dall’avvocato Luca Fiore e dal collega Gianni Maria Saracco, si è limitato a dire di aver già fornito tutte le spiagazioni al pm Luca Cecccanti, titolare del fascicolo. L’architetto Savio, difeso dall’avvocato Raffaella Valle e Claudio D’Alessandro, si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali hanno presentato ricorso al tribunale del riesame chiendo la revoca della misura cautelare.
Dalle indagini è emerso che l’architetto Savio avrebbe versato tangenti per circa 11 mila euro a Pilatone allo scopo di ottenere svariati incarichi fiduciari di progettazione e di consulenza. A tale scopo il professionista avrebbe "pressato" il segretario comunale che stabiliva l'entità della "mazzetta".
"E' emersa – spiegano gli inquirenti – una consolidata e diffusa prassi illecita finalizzata alla compravendita di atti di ufficio". Le indagini della procura e della guardia di finanza proseguono coinvolgendo anche altri comuni. Gli investigatori hanno sentito numerose persone e controllato alcuni conti correnti. Pilatone il 6 marzo era stato messo agli arresti domiciliare nell’ambito dell’inchiesta, denominata Cheran, sulla turbativa d’asta per sei gare d’appalto, dal valore di 150 mila euro, indette dal comune di Challand-Saint-Anselme.