Fallimento del Casinò, il giudice rinvia l’udienza al 16 gennaio

Si è tenuta stamane la discussione dell’istanza depositata dalla Procura per chiedere di dichiarare fallita la Casa da gioco. Il pm Ceccanti ha ribadito la richiesta, ritenendo irreversibile la crisi.
L'au Filippo Rolando lascia Palazzo di giustizia.
Cronaca

“Per ora siamo ancora vivi”. È laconico, quanto emblematico, il commento dell’amministratore unico della Casa da gioco, Filippo Rolando, all’uscita dell’udienza pre-fallimentare del Casinò tenutasi stamane, mercoledì 5 dicembre, al Tribunale di Aosta. Il manager, accompagnato da un legale del suo staff, è rimasto per una quarantina di minuti nell’ufficio del giudice Marco Tornatore. Le altre parti in causa erano rappresentate dal commissario giudiziale nominato nell’ambito del concordato chiesto dall’azienda, il commercialista Ivano Pagliero, e dal pubblico ministero Luca Ceccanti, che ha depositato l’istanza per cui l’udienza di oggi era convocata.

Alla rappresentanza del Casinò, a quanto si è appreso, sono stati richiesti anzitutto alcuni chiarimenti sull’andamento della procedura concordataria, con particolare riferimento all’abbattimento dei costi tramite i tagli del personale. Quindi, si è proceduto alla discussione dell’udienza. Al riguardo, il pm Ceccanti ha insistito nella richiesta di dichiarare fallita la Casa da gioco, partendo dal presupposto che – pur essendo mutato il tipo di concordato proposto (non solo più con un piano di “ristrutturazione del debito”, ma “in continuità aziendale”) – la situazione di insolvenza irreversibile dell’azienda non sia cambiata.

Le normative in vigore prevedono che le due procedure vadano avanti parallelamente e che non sia possibile pronunciarsi sull’istanza di fallimento finché è in essere il tentativo di concordato. Il giudice Tornatore, preso atto della situazione, ha quindi rinviato l’udienza al 16 gennaio. In quella sede, gli scenari potranno essere, da un canto, di omologazione del concordato, o di concessione di una proroga di 60 giorni (e quindi resterà ulteriormente “sospesa” la richiesta della Procura), oppure, dall’altro, di respingimento della procedura per cui la Casa da gioco si è impegnata a presentare il piano (con l’espressione del Tribunale sull’istanza fallimentare). Il Casinò vivo, quindi? Per oggi, sì. In futuro, si vedrà.

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