Forze dell’ordine e istituzioni unite contro le truffe agli anziani

La campagna “Più sicuri insieme” è stata presentata ieri a palazzo regionale. Le parole d’ordine sono “chiedete aiuto al minimo sospetto” e “non abbiate paura di denunciare”. Il fenomeno vede anche episodi choc.
Da sinistra: il presidente Zappaterra, il presidente Fosson e l'ispettore superiore Genito.
Cronaca

Visto con gli occhi delle forze dell’ordine – unite alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali dei pensionati nella campagna “Più sicuri insieme”, presentata ieri a Palazzo regionale – quello delle truffe online e a domicilio somiglia parecchio ad un girone infernale, nel quale cadono soprattutto gli anziani. Due casi choc, sconfinati anche nella circonvenzione d’incapace, li ha raccontati il tenente colonnello della Guardia di finanza Francesco Caracciolo: hanno visto una badante appropriarsi di 1 milione di euro del suo assistito e alcuni parenti “risucchiare”, grazie ad una procura speciale, 600mila euro di un’anziana costretta in carrozzella.

I soldi se ne sono andati in viaggi, auto, alloggi e vizi vari come “Gratta e vinci” e case da gioco. Storie tristi (nella prima c’è voluto anche un sequestro preventivo, disposto dalla magistratura, per proteggere il patrimonio residuo della vittima), ma non meno sensazione infondono le 300 segnalazioni in Valle – di cui ha raccontato l’ispettore superiore della Polizia postale Antonio Genito – di “sex extortion” (la richiesta di soldi da avvenenti signorine che “agganciano” le loro vittime sui social), o i 25mila euro pagati da una valdostana per consentire ad un uomo conosciuto in rete di raggiungerla in Italia (ovviamente, dileguatosi dopo aver ricevuto il denaro).

Il punto è che mirare ad un anziano è facile: il truffatore fa leva sia sulla sua frequente solitudine (che lo porta a fidarsi di chi si interessa a lui). È il caso dei raggiri in cui entrano in scena falsi Carabinieri ed avvocati, che contattano telefonicamente le vittime, raccontando di un presunto incidente di un parente, con la richiesta di denaro per scaricarlo da conseguenze legali: ne ha parlato il capitano dei Carabinieri Danilo D’Angelo, lanciando il monito più efficace per queste situazioni (oltre agli accorgimenti contenuti in un vademecum distribuito alla tanta gente nel salone): “chiamateci subito, appena c’è un sospetto” e “non fate entrare in casa nessuno”.

Peraltro, come ha sottolineato il commissario capo della Polizia Eleonora Cognigni, dirigente della Squadra Mobile, “denunciare è fondamentale”, perché “significa anzitutto aiutare altre persone che non hanno il coraggio a trovarlo” e poi “i responsabili si assicurano alla giustizia, non bisogna perdere la fiducia”. Peraltro, “combattere il crimine non significa solo usare lo strumento repressivo. Anche l’informazione è importante”. Ecco quindi che “bisogna fare attenzione a chi riceve la nostra fiducia, a chi tenta di carpire informazioni sulla vita privata, per non far fare affari ai truffatori”.

Moniti amplificati dalle organizzazioni dei pensionati. Aldo Zappaterra, presidente dell’associazione nazionale anziani e pensionati della Valle d’Aosta, non ha usato mezzi termini: “se passa il messaggio che appena raggirati andiamo alle forze dell’ordine, anche i delinquenti ci pensano”. Domenico Falcomatà, a nome dei sindacati confederali dei pensionati, ha accolto con favore il disegno di legge che “introduce la circonvenzione di incapace come reato autonomo” ed Yves Perraillon, per le organizzazioni autonome, ha ricordato che “se vogliamo mantenere vivo il nostro ruolo, dobbiamo confrontarci su alcuni temi. La salute, in primis. Poi, la sicurezza, affinché nessuno veda in noi elementi deboli”.

Quanto alle istituzioni, “unire le energie” è la parola d’ordine. Un esempio, rappresentato dal protocollo siglato tra la Procura e oltre quindici enti ed associazioni attivi sul territorio regionale, è stato rammentato dal sostituto procuratore Carlo Introvigne (“le istituzioni ci sono, collaborano l’una con l’altra: usateci!”). Servizi come il custode sociale, il telesoccorso e la teleassistenza, per evitare la marginalizzazione, son poi stati richiamati dal sindaco di Aosta, Fulvio Centoz, cui ha fatto eco il presidente della Regione Antonio Fosson: “Se i medici lavorano per fare sì che l’anziano non vada in struttura, ecco il dramma di questo delitto che porta via sicurezza e autonomia”. Insomma, fare rete, ognuno per la sua parte, per evitare che  pensionati ed anziani finiscano in quella dei truffatori.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte