Frana di La Saxe, i ricorrenti: “Le richieste di conoscere i progetti sono rimaste inascoltate”

Secondo il legale dei proprietari che hanno fatto ricorso al Tar per la frana Courmayeur né la Regione né il Comune hanno mai soddisfatto la richiesta di conoscere i dettagli dell’opera da realizzare.
La Frana di La Saxe al momento dell'allarme
Cronaca, I lettori di Aostasera

L’articolo da voi pubblicato riporta dichiarazioni dai toni molto accesi, per usare un eufemismo, del presidente della Regione Rollandin e del Sindaco di Courmayeur Derriard a proposito del ricorso proposto dai miei clienti al TAR Lazio avverso l’ordinanza 30-1-2014 del Capo della Protezione Civile, ordinanza sulla base della quale sta per avere inizio la costruzione di un’imponente opera di contenimento di un’eventuale futura frana del versante nord occidentale del Mont de La Saxe.

Desidero precisare che i miei clienti, non appena saputo che l’opera avrebbe interessato le loro proprietà, hanno chiesto fin dallo scorso settembre di avere accesso agli atti al fine di acquisire conoscenza della situazione e di avere contezza che l’opera da progettare sia adeguata al rischio stimato e dunque non eccessiva (ma neppure inadeguata). In sostanza si è chiesto, fra l’altro, di conoscere il risultato degli studi geologici condotti dall’Università di Milano (incaricata dalla Regione di monitorare il movimento franoso fin dal 2001), studi sulla base dei quali, si presume, il c.d. vallo è stato progettato.
Ebbene, né la Regione né il Comune hanno mai soddisfatto tale legittima richiesta. Si badi bene che non parliamo di materia soggetta a segreto di Stato ma di eventi naturali sui quali non dovrebbe esserci alcuna ragione di riservatezza.
Non solo. La Regione, con la quale i miei clienti hanno costantemente cercato il dialogo, ha inopinatamente richiesto ed ottenuto la dichiarazione dello stato di emergenza e con essa la deroga alle norme che assicurano la partecipazione degli interessati al procedimento di espropriazione, così definitivamente privando i sigg. Bianchi e gli altri proprietari di ogni diritto di interlocuzione (salvo per la liquidazione dell’eventuale indennizzo, ma ad opere fatte).

Il ricorso al TAR è stato dunque preceduto da ripetute richieste di accesso agli atti rimaste insoddisfatte, e non se ne comprende né è stato spiegato il perché.
Stupisce la reazione scomposta degli organi istituzionali. Il governatore Rollandin e il sindaco di Courmayeur avrebbero potuto evitare di trovarsi in questa situazione ove solo avessero assicurato piena trasparenza. Spiace che, di fronte all’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito (il ricorso contro gli atti dell’autorità amministrativa), i predetti non abbiano saputo far di meglio che dileggiare, non esitando a fare leva su una odiosa quanto inesistente contrapposizione fra residenti e villeggianti.
Cordiali saluti

avv. Gabriele Consiglio
Studio legale associato Negri-Clementi – Milano

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