Gramola: “Quota 100” può paralizzare il Tribunale di Aosta
“Abbiamo fatto tutto lo scorso anno con due giudici in meno”, ma malgrado questo negli ultimi dodici mesi sono stati definiti 480 procedimenti in dibattimento monocratico. Un numero che sostiene il raffronto con l’annualità precedente, quando – contando su due magistrati – si arrivò a quota 495. In crescita, invece, i fascicoli evasi da collegi giudicanti, passati da 9 a 12 negli ultimi due anni.
Parole (e dati) del presidente del Tribunale di Aosta Eugenio Gramola, che nella mattinata di oggi, martedì 29 gennaio, ha presentato il bilancio sociale dell’organo di cui ha la responsabilità, documento che “misura” con indicatori aziendali l’efficacia e l’efficienza degli uffici giudiziari. Cifre che, a scorrerle, concentrano la criticità su un ufficio in particolare, quello del Giudice per le indagini/udienze preliminari.
Se sono aumentati sul passato di oltre cento unità i procedimenti definiti (da 1.137 a 1.243), lo stesso è accaduto però anche per le nuove iscrizioni (da 1.462 a 1.622). Significa che in un anno se ne sono chiusi circa 400 in meno in meno e il rischio “è che si crei dell’arretrato, tant’è che abbiamo quasi mille pendenze”. La soluzione è stata individuata “nell’attribuire, ad un giudice specializzato in tematiche attinenti la famiglia, le funzioni Gip/Gup in materia di fasce deboli”.
Così facendo, il carico di lavoro del magistrato titolare in tutte le altre materie dovrebbe risultare alleggerito e, “per il 2019, confido che la situazione si debba regolarizzare”. Le cause? “Il rapporto numerico tra quattro pm e sette giudicanti è sfavorevolissimo”. Altre difficoltà sono poi all’orizzonte per il Tribunale su fronti che, al momento, lavorano praticamente “in tempo reale”, ma le rispettive situazioni mostrano dei limiti imminenti.
Il riferimento è al Giudice di pace, che si ritrova “senza magistrati in organico, con il periodo di supplenza degli attuali giudici onorari che finisce a maggio”. Secondo le norme in vigore, le supplenze non sono rinnovabili e i magistrati onorari a disposizione del Tribunale inutilizzabili. “Mi attiverò con il Ministero, con il Csm, per ottenere una deroga” ha detto al riguardo il presidente Gramola.
Altro fattore di rischio dietro l’angolo è rappresentato dal personale amministrativo. Grazie alla “quota 100”, al Tribunale di Aosta, “potranno andare in pensione più dipendenti di quanti immaginavamo. Nel giro di un anno e mezzo rischiamo la paralisi completa”. In questo caso, la ricetta passa per la richiesta avanzata “alla Regione di risorse umane” e “se non riescono ad aiutarci, ci troveremo in situazione disastrosa”.
“Un giudice può scrivere cinquanta sentenze, – è stato l’amaro commento – ma se non c’è chi le pubblica e le trasmette agli altri gradi di giudizio, tutto va in prescrizione”. Un contatto con il neo-presidente della Giunta, Antonio Fosson, ha riguardato anche la “creazione di una ‘Cittadella della giustizia’ nella zona dell’attuale palazzo, spostando nel vicino edificio dell’ex Tar il Giudice di pace e gli ufficiali giudiziari, che peraltro ora sono in affitto altrove (a Borgnalle e in via Vevey, ndr.) e quindi si conseguirebbe anche un risparmio”.
“Una Regione – ha tenuto a sottolineare Eugenio Gramola – non ha dovere di soccorrere un Tribunale, che è emanazione di un Ministero. Però, una giustizia che funziona è interesse di tutti e la collaborazione tra enti può avere un senso”. In termini generali, l’attuale Presidente osserva di “essere arrivato qui nel 1989 e, come nel resto d’Italia, rispetto alla giustizia è cambiato tutto. Poco dopo scoppiava ‘Mani Pulite’ e i magistrati sono diventati eroi. Oggi, siamo associati a uno Stato che non funziona. C’è stata una perdita di credibilità e, nel corso degli anni, ho notato venire meno anche il rispetto”.