Migliorano le condizioni della donna di 45 anni e dell’uomo di 36 che, tra giovedì e venerdì scorsi, 22 e 23 marzo, sono rimasti vittime di arresti cardiaci, a Quart ed Introd. I due pazienti hanno riacquisito battito e respiro autonomo e i medici, valutate anche le condizioni neurologiche, hanno quindi deciso per il loro trasferimento dalla Rianimazione, dov’erano stati ricoverati dopo i rispettivi malori, nell’Unità di Terapia Intensiva Coronarica dell'ospedale “Parini”.
In ognuno dei due casi, le vittime si erano sentite male improvvisamente. La donna, una maestra, nella scuola dell’infanzia di Quart dove lavora. Il ragazzo, in strada a Introd, durante un pomeriggio di ciclismo, disciplina che pratica storicamente. Entrambi devono la vita a diversi fattori, tra i quali un ruolo significativo è stato rappresentato dalla prontezza di chi era attorno a loro in quei momenti concitati nell’iniziare le manovre di rianimazione di base.
La donna è stata soccorsa dai colleghi, guidati al telefono nel massaggio cardiaco dall’operatrice del 118, sentita la descrizione dell’accaduto e verificati alcuni sintomi. Con l’arrivo di ambulanza ed automedica è giunto sul posto anche il defibrillatore, che ha dato stabilità alla ripresa del battito, consentendo il trasporto della paziente in ospedale. Sul giovane, invece, sono intervenute persone che lo hanno notato a terra, usando l’apparecchiatura per la defibrillazione in dotazione alla vicina microcomunità di Introd, per cui erano specificatamente formate. Anche in quel caso, l’intervento dei soccorsi avanzati ha poi visto il trasferimento d’urgenza al “Parini”.
Per tutti e due era scattato il ricovero in rianimazione. Nelle scorse ore, visto il miglioramento, lo spostamento all'Utic, dove saranno sottoposti alle terapie che condurranno verso il percorso di graduale riabilitazione. Episodi che rilanciano l'importanza di una diffusione della cultura del primo soccorso, in particolare del massaggio, come manovra "salvavita" e mirata non solo a recuperare il battito di un cuore fermo, ma anche a prevenire eventuali danni cerebrali.
